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"Negoziato difficile"

22 giugno 2019 | 08.29
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Conte a Bruxelles: "Mai con il cappello in mano". Nomine Ue, tutto rinviato al 30 giugno

(Afp)
(Afp)

E' complessa la trattativa per evitare il lancio di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. A ribadirlo è il premier Giuseppe Conte, a Bruxelles. "Sicuramente il negoziato è molto difficile. Non ho mai pensato che ci fosse la strada spianata" dice il presidente del Consiglio, sottolineando di aver fatto in un anno "37 missioni e chi mi ha incontrato può testimoniare che non ho mai avuto l'atteggiamento di chi ha il cappello in mano. Non porto il cappello, neanche a Bruxelles". Conte rimarca di aver "già dimostrato di essere un tipo molto determinato, anche nelle procedure, e continuerò a dimostrarlo. Confido nel fair play di tutti coloro che si siedono attorno al tavolo e quindi confido in una soluzione positiva".

"Quando mi muovo - afferma il premier - non mi muovo per ragioni personali, ma per ragioni istituzionali. Rappresento l'Italia, una potenza del G7, ne sono orgoglioso e consapevole allo stesso tempo. Sono cose distinte, l'Italia non ha nulla di cui farsi scusare. Se avrete la bontà di leggere la lettera, lo confesso è un po' lunga, non è espediente per sottrarsi al rispetto delle regole". La Commissione Europea "ha operato delle proiezioni di stima" sui conti pubblici italiani, "noi invece abbiamo un costante monitoraggio: i numeri reali li abbiamo noi" sottolinea in conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo. "Se mi riunisco con il ministro dell'Economia - prosegue Conte - con il ragioniere generale dello Stato, con i tecnici della Ragioneria e del Ministero abbiamo una proiezione molto più rispondente alla realtà, perché è una proiezione aggiornata a giugno. Noi vediamo i flussi di cassa in qualsiasi momento, in una macchina pur complessa come quella dello Stato italiano". "Non possiamo adesso mettere in campo pubblicamente le misure - evidenzia - non è il momento. Ma mi interessa che ci sia un approccio costruttivo di tutte le parti attorno al tavolo. Siccome io rappresento l'Italia, coadiuvato dal ministro Giovanni Tria, sono sicuro del mio approccio costruttivo. E l'interesse dell'Italia, terzo Paese dell'Eurozona, è l'interesse dell'Europa".

Quanto alla scelta del commissario europeo che spetterà all'Italia, come agli altri Paesi membri dell'Ue, "è un gioco molto complesso, in cui bisogna mantenersi molto flessibili e saper giocare le proprie carte" spiega il premier, facendo il punto sulla strategia del nostro Paese in vista dell'assegnazione dei portafogli ai singoli Stati membri dell'Ue. "E' vero - dice il presidente del Consiglio - che ho rivendicato per l'Italia un portafoglio economico di primaria importanza, però attenzione, prima bisogna nominare il presidente" della Commissione Europea, "con l'accordo del Consiglio Europeo, che deve avere la maggioranza qualificata: 21 Stati che rappresentano il 65% della popolazione europea, dopodiché si deve passare al Parlamento, dove occorre la maggioranza assoluta". "Solo dopo, in realtà - conclude Conte - si può iniziare a definire la squadra dei commissari, che viene nominata dal presidente. La logica del pacchetto funziona fino a un certo punto, per i commissari, che vengono nominati dal presidente. Per i commissari, storicamente è successo spesso che il presidente non raccogliesse le indicazioni dei Paesi".

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