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Ue, Conte: "Vorrei presidente Commissione donna"

02 luglio 2019 | 11.46
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Il premier: "Rivendichiamo un portafoglio economico di peso. Scorretto dire che l'Italia ha fatto strategia con i Paesi di Visegrad"

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, torna a Bruxelles per la ripresa del Consiglio europeo sulle nomine dei vertici Ue. Per il premier quella di ieri è stata una serata al telefono, dopo il Cdm che ha approvato l’assestamento di bilancio. A quanto apprende l’Adnkronos, Conte è stato contattato da diversi leader europei in vista della riunione di oggi in cui si punta a chiudere la partita sui vertici dell’Unione europea. "Telefono bollente" per il capo del governo italiano, riferiscono alcuni stretti collaboratori.

Fonti di palazzo Chigi riferiscono inoltre di un incontro tra Conte e il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk prima del vertice di oggi. Poi, a margine dei lavori, il premier ha avuto un lungo incontro con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Conte ha incontrato anche la cancelliera austriaca Brigitte Bierlein, il primo ministro ungherese Viktor Orban, la premier britannica Theresa May, il premier croato Andrej Plenkovic e quello bulgaro Boyko Borissov.

Al suo arrivo a Bruxelles, il premier ha ricordato a chiare lettere che l'Unione Europea è fatta da "28" Paesi, non solo "tre o quattro" ed escludere l'Italia dalle scelte per le cariche apicali dell'Ue è "un'offesa" per i "milioni" di cittadini italiani che hanno votato alle elezioni europee. Il Consiglio europeo è iniziato domenica alle 18 ed è stato sospeso ieri intorno a mezzogiorno. "Ieri ci siamo aggiornati - ha detto Conte - perché abbiamo cercato di far capire ai nostri colleghi che dobbiamo decidere tutti. Non possiamo avviare questa nuova legislatura sulla base di decisioni prese da un blocco precostituito. Ho spiegato ai miei omologhi che l'Europa è a 28, non a due, tre o quattro, e non a blocchi". "Io rappresento tutti i cittadini italiani e quindi, se l'Italia non partecipa alle decisioni, l'offesa non è al presidente del Consiglio italiano, ma ai milioni di cittadini italiani che hanno regolarmente votato, come tutti, e hanno diritto di essere rappresentati", ha scandito il premier.

VISEGRAD - L'Italia, ha precisato Conte, ieri è riuscita a non far passare il cosiddetto 'pacchetto di Osaka' sulle nomine apicali dell'Ue facendo "asse" con 10 Paesi Ue, non solo con quelli del gruppo di Visegrad. "Abbiamo ottenuto questo risultato - ha detto il premier - sulla base di una intensa attività diplomatica, perché bisogna coinvolgere anche altri Paesi, altrimenti non si va da nessuna parte. Occorrevano almeno otto Paesi per creare un blocco: è scorretto dire che l'Italia ha fatto strategia con i Paesi di Visegrad". "Noi abbiamo fatto asse con altri 10 Paesi - ha proseguito il presidente del Consiglio - sicuramente con questi altri 10 Paesi noi abbiamo sensibilità diverse, non c'è una strategia e un'alleanza precostituita, predefinita. Semplicemente siamo riusciti a coinvolgere altri Paesi, tra cui anche quelli di Visegrad, ognuno con differenti sensibilità, su un obiettivo comune. Oggi partecipiamo a questo Consiglio - ha sottolineato - consapevoli di poter partecipare tutti alle decisioni".

PRESIDENTE DONNA - L'Italia per la nona legislatura Ue "rivendica un portafoglio economico di peso ma soprattutto la possibilità di partecipare alla decisione finale - ha rimarcato ancora - Vogliamo dare il nostro contributo per personalità che abbiano una visione strategica, personalità forti che puntino molto alla crescita, al benessere dei cittadini europei e ovviamente italiani". L'auspicio del presidente del Consiglio è che i capi di Stato e di governo Ue indichino una presidente donna per la Commissione europea. "Non possiamo scegliere il presidente della Commissione legandoci al principio dello Spitzenkandidat - ha affermato a margine del Consiglio europeo - perché significa evidentemente che le affiliazioni politiche prevalgono su tutte le altre considerazioni". "Ora - ha aggiunto Conte - è inutile pensare di essere nel migliore dei mondi: la nomina andrà vagliata dal Parlamento, dove ci sono i gruppi politici. Quindi pensare a una nomina del tutto avulsa dai criteri di affiliazione politica non ha senso, ma questo criterio non può essere assorbente, ce ne sono degli altri. Primo che sia una personalità che abbia una visione, secondo, distribuzione geografica; terzo, anche il criterio di genere". "A me piacerebbe una presidente di Commissione donna" e, certo, "ci sono dei candidati che giudico migliori rispetto agli altri". Ma servono nomi diversi da quelli fatti finora? "Il problema non è nuovo o vecchio, ma personalità, visione strategica, capacità. Dobbiamo inventarci secondo me qualcosa di nuovo", ha risposto. Riguardo infine al presidente della Bce Mario Draghi e alla cancelliera tedesca Angela Merkel, "sono due persone che stimo, ma che personalmente mi hanno detto di non essere disponibili" per le cariche apicali.

ASSESTAMENTO DI BILANCIO - A margine del Consiglio europeo Conte ha risposto anche riguardo al Cdm di ieri sull'assestamento di bilancio ed ha spiegato che l'assenza dei due vicepremier non è da leggere come una presa di distanza dai provvedimenti. "Assolutamente no - ha detto - il vicepresidente Luigi Di Maio era all'estero, il vicepresidente Matteo Salvini aveva degli impegni al Viminale e si è dovuto allontanare. Peraltro ha partecipato per buona parte del Consiglio dei ministri".

Con l'assestamento di bilancio, il governo mette sul piatto "7 miliardi" di euro e un deficit per il 2019 atteso al 2,04% del Pil, come previsto nella manovra rivista alla fine del 2018, ha sottolineato poi Conte alla vigilia del collegio dei commissari che domani dovrebbe decidere se raccomandare o meno l'avvio di una procedura per debito nei confronti del nostro Paese. "Ieri - ha affermato - abbiamo lavorato in Consiglio dei ministri, abbiamo approvato un disegno di legge per l'assestamento e la rendicontazione. Possiamo quindi inviare i documenti ufficiali in Europa mettendo sul piatto oltre 7 mld di euro. Questi 7 mld sono quelli che ci consentono di poter dire di essere in linea con le previsioni che avevamo anticipato. Ricordate il famoso 2,04% per il 2019 (il deficit/Pil atteso per quest'anno nella manovra rivista a fine 2018, ndr)? Siamo perfettamente in linea". "E non stiamo tagliando spese sociali o altro: semplicemente sono maggiori entrate, maggiori ricavi. Poi per alcuni appostamenti avevamo fatto delle stime prudenziali e ci sono dei risparmi di spesa. Mettiamo sul piatto quello che è semplicemente un aggiornamento della nostra contabilità. Al cittadino italiano dall'aggiustamento di ieri non deriva alcun pregiudizio", ha concluso il presidente del Consiglio.

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