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Caso Russia, scontro Pd-Casellati

11 luglio 2019 | 11.23
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Dai dem arriva la richiesta di audizione per Salvini, ma la presidente del Senato la respinge. Ira Marcucci: "Atteggiamento gravissimo"

(Fotogramma)
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Partito democratico in pressing sul caso Russia. La richiesta di chiarimenti arriva dal Senato, attraverso una nota della vicesegretaria dem Paola De Micheli: "Il leghista e 'amico di Matteo', Savoini, iscritto della Lega dal 1991, mentre si trova a Mosca con il vice premier Salvini, incontra 'per puro caso' dei misteriosi uomini d'affari russi con cui avrebbe trattato un finanziamento per la Lega in vista delle Europee come 'contropartita' per una fornitura di petrolio. Non regge più alcuna minaccia di querela: Salvini deve spiegare, non può più scappare, come fa quando messo all'angolo e quando gli sfugge di mano il controllo della propaganda. Il Ministro dell'Interno non può permettersi questa pesante ombra che ne mina la credibilità. L'Italia deve sapere se la Lega, il partito che di fatto guida questo governo, sia al soldo della Russia. Il governo italiano è autonomo o vassallo di una potenza estera? Questo va chiarito", conclude la nota. Questa mattina il Pd aveva già formalizzato in Commissione Affari Europei alla Camera la richiesta urgente di audizione di Matteo Salvini, Gianluca Savoini, Alberto Nardelli "e degli ambasciatori italiano in Russia e russo in Italia" sull'inchiesta di BuzzFeed.

Poi la richiesta anche in Senato, respinta con forza dalla presidente del Maria Elisabetta Casellati. La questione era stata sollevata in aula dal senatore dem, Alan Ferrari, che aveva ricordato le tre interrogazioni del Pd rivolte al ministro e vice premier, rimaste da mesi senza risposta, sui rapporti della Lega con la Russia e con il governo di Vladimir Putin. Ma la presidente è stata irremovibile agli appelli dem: "Qui siamo in Senato - ha dichiarato - e non possiamo discutere liberamente di questioni che non hanno nessun fondamento probatorio".
"Qui parliamo di fatti che abbiano una giustificazione. Qui al Senato - ha insistito - abbiamo ammesso le interrogazioni su tutti gli argomenti che basate su un fatto probatorio. E' inammissibile che il Senato discuta di 'cosidette inchieste giornalistiche'. Le vostre interrogazioni, che io ho letta una per una, usano il condizionale e non fanno riferimento a fatti. Per me la richiesta è inammissibile", ha concluso Casellati.
Lo stop della presidente ha quindi scatenato l'ira del capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci: "Le parole della presidente Casellati in aula - ha commentato - sono gravissime. Intanto esprimono dei giudizi sulle opinioni dei parlamentari e questo è inaccettabile, definiscono 'chiacchiericcio' rivelazioni di stampa sulla Lega che hanno una rilevanza internazionale".
"Casellati - ha continuato Marcucci - è andata decisamente oltre la sua funzione che deve necessariamente essere super partes. La sua invece è una gestione di parte. Si tratta di un atteggiamento gravissimo che impedisce al Pd, ma anche agli italiani, di sapere la verità su questa vicenda. Salvini dice che non ha nulla da nascondere? Allora la presidente Casellati consenta che il ministro venga in aula a riferire nel dettaglio questa vicenda. Noi saremo soddisfatti e il Paese avrà trasparenza e chiarezza".

"Le tre interrogazioni che sono state presentate nel febbraio e nel maggio scorso da alcuni senatori del Partito Democratico in merito a presunti finanziamenti di provenienza russa alla Lega, sono tecnicamente inammissibili in quanto contenenti mere supposizioni e circostanze presumibili, tutte infatti coniugate al condizionale", ha specificato più tardi una nota dell'ufficio stampa del Senato. "Nessuna posizione 'faziosa' quindi del Presidente del Senato, ma esclusivamente l'osservanza del Regolamento che, all'articolo 145, prevede che il contenuto di un'interrogazione abbia un oggetto determinato. Per questa ragione, in precedenza, era stata dichiarata ammissibile un'interrogazione presentata dal Partito Democratico relativa ai fondi sequestrati alla Lega, così come allo stesso modo di recente è stata dichiarata l'inammissibilità di interrogazioni presentate da altri gruppi parlamentari", si legge ancora.

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