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Giustizia: Bonafede, 'oggi invio riforma a legislativo P. Chigi'

12 luglio 2019 | 09.19
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(Fotogramma9
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“Domani mattina verrà inviata la riforma della giustizia al legislativo di Palazzo Chigi". Ad annunciarlo è stato ieri sera il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, intervistato da Bruno Vespa, al Museo Archeologico 'Lavinium'” di Pomezia, all'interno dell'Eneadi Festival- Idee a confronto.

“La riforma per il dimezzamento tempi del processo penale non è uno scambio con la Lega. É stato fatto un piano assunzione di personale amministrativo di 8000 persone. È senza precedenti nella storia della giustizia italiana. Abbiamo 11 magistrati ogni 100mila abitanti. Sulle indagini creiamo 3 scaglioni: 1 anno, 1 anno e mezzo, 2 anni. Per i reati minori (per esempio per la diffamazione) diminuisce la durata delle indagini. Poi se viene superato il tempo delle indagini viene avvertito l’indagato che il fascicolo è a sua disposizione, c'è la cosiddetta discovery, emerge il fascicolo".

"Poi il Pm dovrà decidere e in caso di negligenza inescusabile é prevista una sanzione disciplinare. I nostri magistrati sono gli eredi di Falcone e Borsellino non possiamo pensare di non investire su una cultura giuridica con una storia così importante", prosegue Bonafede.

Sullo scandalo Palamara-Csm. il Guardasigilli afferma: “A prescindere dalla dinamica, i candidati alla Procura di Roma erano tutti validissimi. Mi auguro che la presenza di un politico non fosse la prassi, che ci fosse una logica spartitraffico tra le correnti della magistratura é indubbio. Ora dobbiamo fare l’elezione per i Pm che ora sostituiscono quelli che si sono dimessi perché su 4 posti c'erano 4 candidati in tutta Italia e ora quindi non c'è il supplente. E questo é davvero il paradosso. Di fronte a questo l’Anm e la magistratura avrebbero dovuto ribellarsi al di là di quello che è emerso".

“Con il Reddito di cittadinanza non stiamo regalando soldi ma stiamo dicendo al cittadino che sta vivendo un momento di crisi, per esempio perché ha perso il lavoro, che lo Stato è al suo fianco e gli consente di vivere e intanto c’é un percorso di avvicinamento al mondo del lavoro".

"Lo Stato - ha spiegato - si prende la responsabilità di far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro. É un sistema che, grazie al Navigator, entro il 2019 comincerà a funzionare. Conosco la determinazione e la capacità di realizzare i nostri progetti di Luigi Di Maio. Inoltre il reddito di cittadinanza funziona e stimola l’emersione del lavoro nero perché la persona che viene assunta dà un incentivo all’impresa, gli dá quello che doveva percepire con il reddito di cittadinanza. É un incentivo all’assunzione, una misura che diventa manovra economica per il rilancio dell’economia reale".

Quanto poi allo Sblocca Cantieri, “ci possiamo permettere una legge che semplifica le procedure per accedere agli appalti perché abbiamo la legge Spazzacorrotti - dichiara Bonafede- che rende chiaro che chi viene condannato per corruzione ha una pena certa. La corruzione in Italia è un male devastante ed è uno degli strumenti con cui la mafia si infiltra nelle istituzioni. C’é un sistema corruttivo che riesce ad immunizzarsi rispetto le indagini. La legislazione che c'è stata in questi anni, a parte la Legge Severino, favoriva i corrotti. Per esempio la prescrizione creava isole di impunità".

Interpellato su altri dossier economici, sulla Tav, il ministro ricorda che nel “programma di governo ci siamo posti l'obiettivo di rivedere l’opera rispetto cui il Movimento 5 stelle è sempre stato contrario, prendendo in considerazione anche l’interlocuzione con la Francia. Anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha detto che se tornasse indietro quella sarebbe un’opera da non fare.”

Passando all'ex Ilva, “nel contratto -dice Bonafede - non é stata garantita l’immunità parlamentare. Arcelor Mittal non ha nulla da temere se viene rispettato il contratto. Il reato implica una condotta illecita. Non possiamo dare il segnale che chi investe in quella terra può essere esente da qualsiasi responsabilità penale. Non sarebbe giusto né da un punto di vista giuridico, né sociale né morale”.

Alla domanda di Vespa su Alitalia, sulla scadenza il 15/7 del termine per le offerte e sul fatto che Di Maio ha tolto il veto pregiudiziale su Atlantia, il Guardasigilli preferisce “avvalersi della facoltà di non rispondere vista la delicatezza della trattativa".

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