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L'opinione

L'autore di Educazione Siberiana: "E' russofobia, noi come ebrei con i nazisti"

13 luglio 2019 | 13.08
LETTURA: 3 minuti

Commentando il caso dei presunti fondi russi alla Lega, lo scrittore Nicolai Lilin punta il dito: "Scandalo costruito ad arte"

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

"Mi sembra che non ci sia nulla di sostanzioso, nessun fondamento serio. L'ennesimo scandalo costruito ad arte da politica e media". Così lo scrittore Nicolai Lilin, autore del bestseller 'Educazione Siberiana', parla a proposito del caso dei presunti fondi russi alla Lega. "Semmai verranno fuori documenti che attesteranno i finanziamenti al partito, allora sì - dichiara lo scrittore all'Adnkronos - che si potrà parlare di 'grave atto' e aprire, casomai, una questione etica sul tema. Ma fino a che i magistrati non appureranno, io credo che non ci sia alcun scandalo in atto".
"La sinistra accusa la Lega di prendere i soldi da Mosca, e quando era il Partito Comunista ad incassare?" fa notare lo scrittore, a giudizio del quale "'cose immorali' le abbiamo viste fare da partiti diversi, il problema non è solo la Lega, sotto mira anche perché c'è una forte tendenza a screditare il voto degli italiani".

Lilin che è socio onorario dell'Associazione Lombardia Russia, ha conosciuto naturalmente il suo presidente Gianluca Savoini, indagato nell'inchiesta della procura di Milano che ipotizza una corruzione internazionale sui presunti fondi russi alla Lega. "Una persona corretta - descrive -, aperta, di ampie vedute politiche ed interessato a rafforzare il dialogo tra Italia-Russia. Ho partecipato ad eventi culturali con lui e abbiamo solo parlato di cultura, niente politica".
Tra l'altro, secondo Lilin "ben vengano i rapporti e il dialogo con la Russia" specie dopo le sanzioni che considera "inutili e dannose". Poi un'amara riflessione: "Per me è sempre doloroso leggere notizie in cui i russi escono dipinti come il male: prima lo eravamo perché comunisti, oggi perché competitor nello scenario geopolitico: c'è una russofobia in atto. Viviamo come gli ebrei nella Germania nazista prima che scoppiasse un vero e proprio odio razziale. Viviamo l'inizio di questo odio. Ed è veramente triste".

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