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Autonomia, ira dei governatori

19 luglio 2019 | 14.22
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Passi avanti sull'autonomia, ma si tratta ancora. Conte: "Alcune richieste non accolte, non avranno tutto". Zaia furioso: "Presi in giro, cosa vuole il governo?". Fontana: "Perso un anno in chiacchiere, non firmo". Salta dal testo Stefani l'assunzione diretta dei docenti

(Afp)
(Afp)

Il vertice a Palazzo Chigi sulle autonomie si conclude con dei passi avanti ma nessuna fumata bianca. Lunedì ci sarà un nuovo vertice ristretto per risolvere il nodo delle sovrintendenze e del riparto dei fondi. Intanto, è saltata dal testo Stefani l'assunzione diretta dei docenti, al centro di un braccio di ferro tra Lega e 5 Stelle nelle settimane scorse. Dopo la giornata burrascosa di ieri, con la crisi di governo che sembrava a un passo, alcuni presenti assicurano che nel corso della riunione, durata circa un'ora, ci fosse un clima cordiale e proficuo. Ma le decisioni del premier non hanno convinto i governatori, con Zaia e Fontana irati con l'esecutivo e il suo premier.
Sulle autonomie sono "lieto di annunciare che nel vertice di oggi sono stati compiuti significativi passi avanti, ieri tutto il pomeriggio l'ho dedicato a lavorare" al testo, ha detto il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il vertice. Oggi abbiamo "compiuto passi avanti, siamo in dirittura finale, settimana prossima ci sarà un altro incontro e confido si stia aprendo la finestra per portarlo in Cdm. Ho preso un impegno, sancito dal contratto di governo, e quando prendo un impegno io lo porto a termine. Adesso ragionevolmente ci avviciniamo" al taglio del traguardo, ha sottolineato, spiegando che "il disegno di autonomia differenziata si sta realizzando con le garanzie di realizzare un progetto costituzionale per la prima volta, ma senza che questo possa recare danno alle altre Regioni. Non vogliamo una Italia frammentata nelle chance, nelle opportunità".
I governatori delle Regioni interessate dalla riforma, ha poi puntualizzato il premier, "non avranno tutto quello che hanno chiesto, ma ci sta. E' un negoziato tra Stato e Regioni e negoziato significa reciproche concessioni". Rispetto alle richieste avanzate dalle Regioni, ha aggiunto, "ne abbiamo accolto alcune e non altre. Uno snodo molto critico è quello sull'istruzione" ma è stato superato. "Il modello della scuola è fondamentale, non può essere frammentato" perché su questo modello "si radica la formazione dei bambini, la nostra identità. E' chiaro che non possiamo pensare che l'autonomia significhi frammentare questo modello", aggiunge il premier sottolineando che su questo punto "è stato trovato un punto di equilibrio".

IRA ZAIA E FONTANA - La trattativa e le parole del premier scatenano però l'ira dei governatori. "Questa è la politica del gambero. Sono passati 636 giorni dal referendum, abbiamo fatto tutta l'attività propedeutica, svolta in tempi non sospetti, già un anno fa, non è possibile che il Governo si riunisca una volta alla settimana e ogni volta disfa quanto fatto la settimana prima, è una presa in giro", ha commentato Luca Zaia. Il presidente della regione Veneto ha quindi continuato: "Le farse non ci piacciono, sfido il governo a presentarci un progetto organico di quello che è per loro e per il presidente del Consiglio di che cos'è l'autonomia. Perché a tutt'oggi sento microdichiarazioni, pezzi di intesa, è una cosa su cui è difficile orientarci". Zaia poi si è espresso su quanto svolto dalla regione: "Vogliamo che sia valutato il progetto che abbiamo presentato, redatto da autorevoli costituzionalisti e accademici, ma anche esperti di fisco e tributi che abbiamo presentato al Governo". Il presidente ha chiesto che il Governo: "Prenda e ci dica questo sì, questo no e ci faccia una proposta. Per ora siamo solo al riscaldamento a bordo campo che non serve a nulla".

E ancora: "Cinque milioni di veneti, 150 miliardi di Pil, ne abbiamo le tasche piene di pagare per vedere gente sprecare". Zaia se l'è presa con chi definisce l'autonomia un processo voluto contro il sud: "La finiscano, anche il presidente del Consiglio, di parlare di unità nazionale, di secessione dei ricchi, di serie A e serie B perché noi non vogliamo intaccare l'unità nazionale, non vogliamo affamare chi va peggio di noi. Vogliamo fare in modo che i virtuosi siano premiati. Questo lo possiamo dire o è proibito?".

"Ci sentiamo presi in giro. E i cittadini hanno ragione ad arrabbiarsi. Vedere che le riunioni del presidente del Consiglio producono il nulla, se non conferenze stampa e dichiarazioni, direi che è poco rispettoso di 2milioni e 328mila veneti che sono andati a votare", continua Zaia. Il presidente del Veneto ha poi proseguito: "Parlo solo del Veneto, ma andate a chiederlo anche a Lombardia, Emilia Romagna e chi ha chiesto l'autonomia. Io non ho ancora capito cosa voglia fare il presidente del Consiglio e il Governo come controproposta da presentarci. Noi stiamo attendendo il loro contratto, la loro proposta, che non deve esser definitiva". Quindi la precisazione: "Si parla di intesa tra Governo e regione, non del contratto del Governo da sottoporre alla regione, che è un'altra cosa. Quindi dal notaio si va in due e dobbiamo esser concordi sul testo da firmare". Da ultimo Zaia si augura con decisione che si arrivi a un accordo: "La politica del gambero diventa infinita, perché questi vanno indietro anziché avanti, però io dico che noi Veneti siamo gente pratica: la misura è colma".

"Mi ritengo assolutamente insoddisfatto dell'esito del vertice di oggi sull'Autonomia. Abbiamo perso un anno in chiacchiere. Aspettiamo di vedere il testo definitivo, ma, se le premesse sono queste, da parte mia non ci sarà alcuna disponibilità a sottoscrivere l'intesa", gli fa eco il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. "Sono deluso anche da quello che ha detto il premier Conte - ha aggiunto -, perché ha ricominciato a fare quelle affermazioni di carattere generale legate alla frammentazione del Paese, quindi a quel vecchio slogan, dimostrando di non voler arrivare a una soluzione concreta".

"Mi sento profondamente amareggiato - ha proseguito -. Credo che questo comportamento sia irrispettoso dei cittadini lombardi e veneti, che hanno espresso direttamente, con un referendum, la loro volonta', di quelli emiliani, che, attraverso il loro presidente, hanno avanzato la loro richiesta, e di tutti gli altri italiani, che, soprattutto al Sud, chiedono cambiamento e buona politica, non sprechi e ruberie".

"Sono sconcertato - ha evidenziato il governatore - che si facciano delle proposte per cui non si potrebbero trattenere sul nostro territorio neppure le risorse risparmiate con un'amministrazione virtuosa. Cosi', noi che chiediamo di poter dimostrare capacita' ed efficienza, verremmo penalizzati. E' una chiara dimostrazione che non si voglia giungere a un accordo".

"Anche sul tema dell'istruzione - ha concluso Fontana - si e' dimostrato di far prevalere logiche sindacal-corporative alle esigenze dei nostri studenti, che hanno diritto ad avere una continuita' per tutto il percorso scolastico, senza trovarsi, come accade, con docenti sempre differenti o che spesso arrivano dopo mesi dall'inizio dell'anno. Non interessa il bene dei nostri ragazzi, non interessa il bene del nostro Paese. Si vogliono continuare a difendere questi centri di potere, che vogliono mantenere in vita l'Italia dell'inefficienza".

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