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Faraone: "Epurato perché ho detto no all'inciucio"

22 luglio 2019 | 12.22
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"Mi avevano offerto un incarico a Roma per farmi fare un passo indietro ma io ho una mia coerenza e non la cambio per una poltrona"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Epurazione politica". Davide Faraone è un torrente in piena, dopo la decisione della Commissione nazionale di garanzia dei dem di annullare la sua elezione a segretario del Pd Sicilia, e durante una conferenza stampa convocata a Palermo usa parola durissime. "Si tratta solo di epurazione politica - sottolinea - Non hanno commissariato Davide Faraone o il Pd siciliano ma commissariano la Sicilia perché qui c'è qualcuno che può intralciare i loro piani. Faraone dice no all'inciucio e quindi va cacciato". Non solo. "Mi hanno cacciato - scandisce ancora - perché ho presentato la mozione di sfiducia a Salvini, perché sono salito sulla Sea Watch, perché ho portato avanti una serie di battaglie che dovrebbero essere del Pd e che invece mi hanno portato spesso all'isolamento e quindi anche al fastidio da parte di certa parte del gruppo dirigente che aveva bisogno di sbarazzarsi di Faraone per portare avanti alcune politiche".

Secondo Faraone, "le correnti si sono prese la Commissione di garanzia e l'hanno usata come strumento di epurazione politica. La sensazione che ho è che stanno epurando a uno a uno tutti i renziani del Pd per dimostrare a Di Maio di avere le carte in regole per un accordo. Franceschini è un autore di tutto questo. E' un'operazione cinica e pericolosa a cui mi opporrò fino a quando avrò la forza di farlo. Faraone era un problema e si è condizionato l'esito della Commissione di garanzia".

Faraone ritiene "gravissima" l'intervista di Franceschini: "L'idea che lui consideri una cosa diversa M5S e Lega, mentre per me sono la stessa cosa, mi vede lontano anni luce da lui. Se il Pd dovesse andare in quella direzione, penso sia inevitabile costruire una forza politica nuova. Dall'intervista di Franceschini sull'ipotesi di accordo con il M5S si capisce chiaramente il motivo per cui sono stato cacciato. Nessuna delle contestazioni ha una base. E' chiaramente una scelta politica. L'intervista di Franceschini di oggi lo dimostra e anche le parole di Lupo qui in Sicilia. Io gli avevo detto un bel 'vaffa', come usato da Grillo. Avevano bisogno di togliersi di mezzo Faraone per fare un accordo con il M5S. Solo questo. Tutto il resto sono tutte fesserie". "Credo che il Pd non possa fare ciò che ha proposto Franceschini - aggiunge - ovvero un accordo con una forza politica che fino ad ora, riferendosi al caso Bibbiano, continua a dire che il Pd toglie i bambini alle famiglie, usando l'elettroshock, per poi venderseli. Le parole di Franceschini mi spaventano".

In conferenza stampa Faraone spiega poi che gli era stato "offerto anche un incarico a Roma per farmi fare un passo indietro ma io ho una mia coerenza e non la cambio per una poltrona offerta a Roma. Mi avevano chiesto di sedermi su una comoda poltrona romana in cambio della mia poltrona siciliana perché questo doveva diventare il laboratorio politico di un accordo con il M5S".

L'affondo è netto: "Hanno perso le elezioni e si vendicano commissariando la Sicilia. Mai un segretario del Pd è stato commissariato per le cose ridicole che vengono contestate in questi ricorsi. Non entro nel merito dei ricorsi e della decisione perché in questa storia non c'è nulla che ha a che fare con le regole. Si è sancito un principio che spero non varrà d'ora in avanti: chi è più debole basta che si ritiri qualche ora prima dell'apertura dei gazebo per far annullare la competizione democratica". Poi rincara: "Chi ha chiesto la mia epurazione sono gli stessi che si sono trovati un giorno bersaniani perché comandava Bersani, un giorno renziani perché comandava Renzi, un giorno zingarettiani perché comanda Zingaretti. Hanno colpito me, ma soprattutto hanno colpito una comunità di donne e uomini in Sicilia, e mi scuso con loro visto che non lo farà mai il partito romano che ha prodotto questo provvedimento".

Faraone avverte però che "se qualcuno si aspetta che dopo questo provvedimento batta in ritirata si sbaglia. Lo scontro sulla segreteria non appassiona nessuno se non che i notabili. Non ci fermeremo, non passiamo la mano ma rilanciamo a partire dalla Leopolda sicula". "Continuerò a fare politica a testa alta - rimarca - La mia non è una ritirata, la mia è una battaglia politica annunciata con più determinazione rispetto al passato, naturalmente con strumenti nuovi". Esclude comunque una sua candidatura ad eventuali nuove primarie per l'elezione del segretario dei dem siciliani: "Non ho più intenzione di dedicare un solo minuto a un Pd, soprattutto in Sicilia, in cui la democrazia non esiste. Io le primarie le ho vinte, se l'avversario si ritira perché sa di perdere e poi vengo cacciato, credo sia gravissimo".

Quanto al suo futuro all'interno del Partito democratico, Faraone, che ha consegnato la sua tessera al segretario Nicola Zingaretti, dice: "Intanto sono nel gruppo del Pd al Senato dove la stragrande maggioranza dei parlamentari la pensa come me. Fin quando avrò questo riparo starò lì, e anche volentieri, se dovessero cambiare le condizioni politiche lo vedremo più avanti". E conclude: "Non mi lascerò trascinare nei pettegolezzi, noi non ci fermeremo, non passiamo la mano ma rilanciamo e chiameremo a raccolta tutti coloro che vogliono essere protagonisti dell'alternativa a Salvini e a Di Maio e agli scendiletto in salsa sicula di Salvini che sono rappresentati dall'attuale presidente della Regione (Nello Musumeci ndr) che sostanzialmente su quell'alleanza e su quell'asse con Salvini ha costruito il suo presente e il suo futuro".

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