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Al Senato la maggioranza giallorossa è 'appesa' ai più piccoli

28 agosto 2019 | 18.58
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Pd e M5S da soli si fermano a 158, sotto la soglia dei 161. Decisivo apporto di Leu e Misto

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"I numeri al Senato ci sono". Il primo a fugare ogni dubbio sulla consistenza di una maggioranza giallorossa a palazzo Madama è stato Matteo Renzi. In realtà, contando solo Pd e M5S la soglia dei 161 (quella per avere la fiducia al Senato) non viene raggiunta. I 5 Stelle hanno 107 senatori. Anzi 106 probabilmente visto che Gianluigi Paragone ha annunciato che non voterà a favore dei giallorossi. I democratici sono 51. Insomma, le due compagini al completo arrivano a 158. Ed ecco che, come in tanti altri passaggi della recente storia parlamentare, i 'piccoli' diventano determinanti per la tenuta della maggioranza.

Innanzitutto i quattro senatori di Leu che fanno parte del Misto: Pietro Grasso, Vasco Errani, Loredana De Petris e Francesco Laforgia. Leu ha dichiarato al Colle la disponibilità a sostenere la nuova maggioranza. E si arriva a 162. Poi, ci sono gli ex-M5S: Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Saverio De Bonis, Carlo Martelli e Maurizio Buccarella. E anche in questo caso il sostegno dovrebbe esserci proprio per le battaglie 'anti-Lega' che determinarono l'espulsione di De Falco, Nugnes e De Bonis nei mesi scorsi. E cosi si sale a 167.

Del Misto fanno parte anche due esponenti del Maie, Ricardo Merlo e Adriano Cario, che al pari di Emma Bonino di +Europa hanno scelto una posizione attendista. "Non compro nulla a scatola chiusa", ha detto ieri Bonino dopo le consultazioni al Colle. Del Misto fanno parte infine i senatori a vita Mario Monti e Liliana Segre. C'è poi il gruppo delle Autonomie che alle consultazioni ha annunciato l'astensione sulla fiducia la governo e "poi ci regoleremo di volta in volta". Fanno parte delle autonomie anche i senatori a vita Giorgio Napolitano e Elena Cattaneo, oltre a Gianclaudio Bressa e Pier Ferdinando Casini che dovrebbero votare a favore della fiducia arrivando quindi a quota 169.

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