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Meloni riempie la piazza: "Insieme a Salvini contro ladri di democrazia"

09 settembre 2019 | 16.08
LETTURA: 4 minuti

Il Capitano ospite d'onore di fronte alla Camera dei deputati, diventata per un giorno lo sfondo del comizio dei due leader sovranisti, insieme a Giovanni Toti

Giorgia Meloni (Afp) - AFP
Giorgia Meloni (Afp) - AFP

(di Francesco Saita)
"Bentornato al mio amico Matteo Salvini". Salendo su quello che inizialmente doveva essere solo il suo palco, Giorgia Meloni, si rivolge alla folla presente che sventola il tricolore - 30 mila solo per gi organizzatori - dando così il benvenuto al leader della Lega in piazza Montecitorio. Ricambiata subito dal Capitano, ospite d'onore di fronte alla Camera dei deputati, diventata per un giorno lo sfondo del comizio dei due leader sovranisti, insieme a Giovanni Toti. Salvini le dice: "Con Giorgia lavoreremo per allargare, perché non è il momento di dire 'tu no, tu no...'".

Un messaggio chiaro di prove di dialogo che riaprono il cantiere del centrodestra, perché ci sono da combattere M5S e Pd, insieme al governo, quelli che vengono apostrofati come "i ladri di democrazia e di sovranità" (Copyright Giorgia Meloni).

Appunto i ladri di democrazia, a partire dal premier Giuseppe Conte, finiscono nel mirino della piazza sovranista: lo slogan che campeggia, unica scritta presente, è 'in nome del popolo sovrano - no al patto della poltrona'. Per il resto decine e decine di bandiere col tricolore, e qualcuno che fa anche il saluto romano, quando risuona in piazza l'inno di Mameli.

La gente applaude tanto i leader sul palco, quasi tutti di Fdi: tra amministratori locali, sindaci e dirigenti. Fischia sonoramente invece, con 'buh' e 'buffone-buffone', ogni qual volta qualcuno ricorda che dentro quel palazzo stanno votando fiducia al governo Conte, "il governo meno sensato della storia della Repubblica italiana" (Copyright Salvini).

Parlando dal palco Salvini ironizza: "Gli mando un saluto, dico no ai poltronari che sono chiusi nel palazzo perdendo onore e dignità, hanno vergogna a chiedere il voto degli italiani, ma noi non molliamo". Poi si fa serio e avverte: "Se tornano alla Fornero e smantellano quota 100 noi non li faremo uscire dal Palazzo".

"La cosa scandalosa è che questi qua sanno benissimo che stanno facendo una cosa che gli italiani non vogliono, e siccome sanno di non poter vincere le elezioni, le rubano", dice Meloni. "Oggi per quanti siamo - dice soddisfatta - avremmo potuto riempire piazza del Popolo, questo popolo qui in piazza si ribella alla truffa che hanno messo in piedi. E' il nostro vaffa day al M5S". Poi torna al tema del centrodestra: "Spero che Forza Italia non voglia fare l'errore già fatto, quello di mettersi lì a trattare con il Pd come ai tempi del 'Patto del Nazareno', perché ne abbiamo visti i risultati".

In tanti dal palco indicano proprio la porta chiusa di Montecitorio, alle loro spalle. "Hanno chiuso il portone della Camera per drammatizzare, ma cosa c'è di male a manifestare?", dice il presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio. Gli fa eco Daniela Santanché: "La porta di Montecitorio è chiusa, la piazza è piena". Poco cambia che il portone principale della Camera, dove si vota la fiducia al governo Conte bis è inagibile, causa lavori di ristrutturazione in corso nell'ingresso principale.

Salvini finisce il suo intervento dal palco, dando "appuntamento in piazza a Roma sabato 19 ottobre tutti insieme, senza bandiere di partito con milioni di italiani. Vediamo di prendere piazza San Giovanni, lancio questa scommessa", dice il Capitano.

Stavolta è Giorgia a ricambiare: "Parteciperemo volentieri alla manifestazione se sarà aperta a tutti". Poi bagno di folla per entrambi e applausometro che per Matteo e Giorgia è al top. Salvini fa in tempo a baciare un rosario. La leader di Fratelli d'Italia resta a ringraziare i suoi.

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