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Richetti e l'addio al Pd: "Siamo oltre una certa soglia"

12 settembre 2019 | 11.05
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(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

"Mi sento qualcosa di più di un figlio di questa comunità, mi sento anche il padre di un partito che ho contribuito a fondare. C’è un pezzo di vita che si interrompe. Uno schema di relazioni che è anche un miscuglio di sentimenti ed emozioni". Lo dice Matteo Richetti, al 'Foglio', a proposito del suo addio al Pd.

"A un certo punto nel Pd è prevalso un atteggiamento, che io pure rispetto: il governo a ogni costo. Al punto tale che i miei ex compagni di partito avrebbero accettato pure Di Battista agli Affari europei…", spiega il senatore. Tra l'altro, Richetti dice: "Qui siamo andati oltre una certa soglia, che è quella che non mi permette di condividere l’idea di giustizia, o meglio di giustizialismo, che ha Bonafede. La sua idea è contro il garantismo della Costituzione".

"Sui giornali, e solo lì, leggo di accordi con i Cinque stelle per fare una legge elettorale proporzionale e ridurre il numero dei parlamentari. Ma il Pd avrebbe dovuto avviare una consultazione con il suo popolo, non fare accordi in quattro con Fraccaro e Di Maio -dice Richetti-. Fraccaro, il teorico della democrazia diretta antitetica alla cultura del Pd! Come stanno insieme l’idea di Stato di Fraccaro e quella del Pd sul ruolo della società, dei corpi intermedi e della rappresentanza?":

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