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Renzi: "Io esco ma rientrano D'Alema, Bersani e Speranza"

18 settembre 2019 | 10.36
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L'ex segretario dem dopo l'annuncio della nuova formazione 'Italia viva': "Dopo 7 anni mi sono detto 'perché devo essere un intruso nella Ditta?'"

Matteo Renzi (FOTOGRAMMA)
Matteo Renzi (FOTOGRAMMA)

"'Italia viva' vuole parlare alle persone non al Palazzo. Noi vogliamo riportare le persone ad appassionarsi, a impegnarsi nella politica. Dopo sette anni di impegno diretto in prima fila, non c'è stato un giorno in cui io non sia stato bersagliato dal fuoco amico". Lo ha detto il senatore del Pd, Matteo Renzi, ospite di 'Tutta la città ne parla' su Radio Rai Tre.

"I litigi e le divisioni hanno avuto la meglio sulle idee. A fronte di tutto questo, come due persone che le hanno tentate tutte per cercare di restare insieme, mi sono detto 'per quale motivo io devo continuare un intruso nella storia della Ditta che nei prossimi mesi si riprenderà D'Alema, Bersani e Speranza'. Invece faranno senza di noi".

"E' chiaro - ha aggiunto Renzi - che per me sarebbe stato più comodo rimanere in un angolo a godermi la rendita di chi mi diceva 'bravo! Hai mandato a casa Salvini'. Ma ci sono momenti in cui occorre avere il coraggio di fare delle scelte, più che adagiarsi sulle comodità. Ora io riparto da zero, con lo zaino in spalla".

E ancora: 'Italia Viva nasce' per presidiare "uno spazio politico grande come una prateria" ha aggiunto. Il movimento nato dalla scissione dal Pd, ha continuato Renzi, "non so se si possa definire con le tradizionali categorie della politica. Se vogliamo possiamo definirlo riformatore o riformista, oppure di sinistra o di centro sinistra o moderato".

"Ma tutte queste - ha osservato l'ex segretario Pd - sono parole che lasciano il tempo che trovano, se non sono inserite in una riflessione politica, in primo luogo su cosa sia la sinistra. Per me la sinistra non è quella che attacca i ricchi ma che prova ad attaccare la poverta'. Il mio governo, ad esempio, ha portato il fondo per combattere la povertà da 20 mln a 2,7 mld di euro. Questa è una misura di sinistra".

"Nel momento in cui ci siamo presi l'impegno di garantire che la legislatura arrivi - almeno - all'elezione del presidente della Repubblica nel 2022 - ha detto Renzi - vuol dire che noi non saremo quelli che fanno il controcanto quotidiano".

"Sono stato considerato un intruso, un estraneo, mi è stato detto che non ero di sinistra anche quando facevo le leggi più di sinistra mai fatte. Ora basta, scordiamoci il passato", ha poi aggiunto ai microfoni di SkyTg24. Per Renzi "occorreva mettere le cose in chiaro in una esperienza come quella del Pd. Dopo 7 anni ci provi a tenere tutto insieme... ma è meglio lasciarsi senza polemiche che mantenere in vita una storia che non c'è più. Vale nelle storie d'amore e vale per il Pd. Non dico crisi del settimo anno, ma uno deve prendere atto che se non ti vogliono...".

Sul rapporto con Zingaretti, Renzi è chiaro: "Non dirò una mezza parola contro Nicola, è un amico, in bocca al lupo, un abbraccio. Io non esco con rancore e odio, esco dopo 7 anni in cui ho dato il cuore". Certo, nota ancora, "non è il governo che io sognavo, però proprio per la situazione di emergenza in cui Salvini ci ha cacciato è giusto mordersi la lingua, non vivere di risentimenti personali. E' giusto dare una mano all'Italia".

Poi, la precisazione: "Non sarò io a sedermi ai tavoli, se la mia presenza è considerata ingombrante non ci sarò io. Non ho fatto tutta questa operazione per mettermi attorno a un tavolo e reclamare brandelli di potere".

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