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Pd-5S spaccati dal voto segreto

19 settembre 2019 | 07.14
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Il caso del forzista Sozzani, salvato ieri alla Camera dagli arresti domiciliari, divide subito la neomaggioranza

(Fotogramma)
(Fotogramma)

La Camera salva il forzista Sozzani dagli arresti domiciliari e la neomaggioranza giallorossa si spacca alla prima prova sulla tenuta. 309 i deputati che hanno votato contro la relazione della Giunta per le autorizzazioni. 235 quelli a favore, 5S compresi. A rimescolare le carte, lo scrutinio segreto con Pd e Movimento che hanno votato ognuno per proprio conto, senza tenere in considerazione il 'vincolo' di maggioranza e, quindi, dividendosi. Eppure, in sede di dichiarazione di voto, il deputato Bazoli (Pd) con il deputato Saitta (M5S), avevano confermato il parere favorevole alla richiesta di arresti domiciliari, proposta e votata il primo agosto in Giunta alla Camera. Sulla carta M5S e Pd potevano contare su 327 voti. Ma così non è stato.

I voti della maggioranza giallorossa sono confluiti nel mucchio di quelli di Fi, Lega e Nci che avevano detto no agli arresti. Leu, invece, aveva lasciato libertà di coscienza ai propri deputati. Applausi e contestazioni in aula alla Camera dopo il voto. Il pentastellato Davide Zanichelli ha espresso "disappunto" per l'esito della votazione, mentre dai banchi del centrodestra si levavano le proteste. Il presidente della Camera, Roberto Fico, lo ha richiamato: "Non ci può essere un commento al voto". Ma la tensione resta palpabile.

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