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Lamorgese: "In un anno sbarchi diminuiti del 63%"

02 ottobre 2019 | 14.58
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"Ma in aumento gli sbarchi autonomi, in particolare dalla Tunisia"

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

"Continuiamo a registrare un trend in diminuzione degli arrivi via mare nelle nostre coste: al 2 ottobre, i migranti sbarcati nel 2019 sono stati 7.783 a fronte di 21.112 dello stesso periodo nello scorso anno, con un decremento del 63%". E' quanto afferma il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese nell'audizione a Palazzo Madama davanti alle commissioni Affari Costituzionali e Affari Europei congiunte di Senato e Camera, in vista del Consiglio Ue in materia di Giustizia e Affari Interni in programma per il 7 e 8 ottobre.

"Non vi è dubbio che abbiamo registrato un aumento degli sbarchi autonomi, in particolare dalla Tunisia - osserva Lamorgese - nel mese di settembre 2018 sono stati 701, mentre nello stesso periodo di quest'anno sono più che raddoppiati. Sono dati che vanno contestualizzati e che possono essere riconducibili a diversi fattori, tra i quali non ultimo il particolare momento politico che sta vivendo la Tunisia".
Altro dato da cui partire, per la titolare del Viminale, "è quello relativo alle richieste d'asilo. Abbiamo abbattuto le pratiche pendenti del 58%: a settembre 2018 le istanze non definite erano 118.445 e nel 2019 sono scese a 50.298. Il nostro impegno e i risultati raggiunti ci rendono più forti sui tavoli europei e ci consentono di portare a quei tavoli le nostre azioni, decisioni e buone pratiche, per fare in modo che siano utili alla realizzazione di una politica europea delle immigrazioni effettivamente efficace".

Parlando del ruolo dell'Unione Europea, il ministro ha evidenziato la necessità che "in tutti gli Stati membri si consolidi il convincimento che solo con una risposta coordinata e condivisa a livello europeo sarà possibile mettere a punto una strategia efficace, in grado di coniugare il necessario rigore contro lo sfruttamento dei migranti e il traffico degli esseri umani con il rispetto dei diritti fondamentali e i principi di solidarietà che sono alla base della costruzione e della integrazione dell'Unione Europea".

Osservando che "i Paesi Ue non sono riusciti finora a costruire un percorso di lavoro comune", la titolare del Viminale chiede un "impegno attivo e sinergico della Ue a sostegno di quei singoli Stati membri costretti, per ragioni geografiche, a subire maggiormente la pressione migratoria: si tratta, partendo da questo approccio, di mettere a punto e di verificare costantemente nuovi strumenti, condivisi e concreti, che tengano conto degli interessi dei singoli Stati e delle potenzialità offerte dalla cornice europea".

Per Lamorgese, "proprio in tale direzione si muove la Dichiarazione comune d'intenti di Malta, che pur costruita su un impianto volontaristico, rappresenta tuttavia un indiscutibile e deciso passo in avanti verso un sistema di gestione del fenomeno più equo e bilanciato. Si tratta ovviamente di un progetto pilota - avverte il ministro dell'Interno - la cui efficacia andrà monitorata e implementata laddove necessario".

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