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Arriva la sforbiciata, Italia lascia 'podio' Ue per numero parlamentari

07 ottobre 2019 | 17.58
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Martedì la votazione finale, e definitiva in quarta lettura, della riforma costituzionale che prevede la riduzione del numero di deputati e senatori

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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E' attesa per domani la votazione finale, e definitiva in quarta lettura, della riforma costituzionale che prevede la riduzione del numero di deputati e senatori, rispettivamente a 400 e 200 componenti. Una svolta storica, tenuto anche conto del fatto che attualmente con 630 deputati e 321 senatori (compresi quelli a vita) per complessive 951 unità, l'Italia è il secondo Paese dell'Unione Europea con il maggior numero di parlamentari (terzo, se si considerano alcune peculiarità tedesche), preceduto soltanto dalla Gran Bretagna, che ne ha 1.442. Un altro dato, tuttavia, è quello dell'incidenza in rapporto alla popolazione, che in realtà è tra le più basse d'Europa, con un deputato e 0,5 senatori su 100mila abitanti.

Secondo i dossier realizzati per i lavori della riforma, nella graduatoria, seguono Francia (925), Germania (778), Spagna (616), Polonia (560), Romania (465), Svezia (349), Grecia (300 con sistema monocamerale), Repubblica Ceca (281), Austria (244), Bulgaria (240) e Portogallo (230), entrambe con un'unica Camera, Olanda 225, Irlanda 218, Belgio 210.

Vengono quindi una serie di Paesi che non hanno la Camera alta: Finlandia (200), Ungheria (199), Danimarca (179), Croazia (151), Slovacchia (150), Lituania (141), con l'interruzione della Slovenia (130 con bicameralismo), seguiti da Estonia (101), Lettonia (100), Malta (68), Lussemburgo (60), Cipro 56. In quest'ultimo caso occorre segnalare che si tratta degli eletti della comunità greco-cipriota, mentre restano vacanti i restanti 24 seggi che la Costituzione assegna alla componente turco-cipriota, ma che non partecipa alle elezioni.

Con la riforma che sarà votata domani l'Italia con 600 parlamentari scenderebbe al 5° posto. Va poi segnalata un'altra peculiarità. In Germania infatti è previsto nel Bundestag un numero minimo di componenti, 598, cui possono aggiungersi i cosiddetti seggi soprannumerari e quelli compensativi, tanto che dopo le elezioni del 2017 si è arrivati ad un'aggiunta di 111 membri, tra soprannumerari (46) e compensativi (65), arrivando così complessivamente a 709 membri.

Scendendo più nel particolare, può essere analizzata la composizione di ciascuna Assemblea parlamentare, analizzando anche il rapporto con la popolazione. Così guardando alle Camere basse, se è vero che la Germania guida la classifica, con 709 deputati, è anche vero che rispetto agli 82 milioni 850mila abitanti c'è un rappresentante ogni 116.855 cittadini, con un'incidenza dello 0,9 su 100.000, la seconda più bassa dell'Unione. Leggermente superiore a quella di Gran Bretagna e Italia, pari a 1, seconde e terze in graduatoria, con, rispettivamente, 650 e 630 membri, ma la stessa della Francia (577 membri). Seguono poi la Polonia (460 incidenza 1,2) e la Spagna, che con 350 componenti può vantare l'incidenza più bassa dell'Unione su 100.000 abitanti, pari allo 0,8. Un primato che con questa riforma sarà conquistato dall'Italia, che con 400 deputati scenderebbe al sesto posto assoluto con un'incidenza su 100.000 abitanti dello 0,7.

Tornando alla classifica, seguono Paesi con un minor numero di deputati ma con incidenze elevate: Svezia 349 3,4; Romania 329 1,7; Grecia 300 2,8; Bulgaria 240 3,4; Portogallo 230 2,2; Finlandia 200 3,6; Repubblica Ceca 200 1,9; Ungheria 199 2; Austria 183 2,1; Danimarca 179 3,1; Irlanda 158 3,3; Croazia 151 3,7; Belgio 150 1,3; Olanda 150 0,9, Slovacchia 150 2,8; Lituania 141 5; Estonia 101 7,7; Lettonia 100 5,2; Slovenia 90 4,4; Malta 68 14,3 (l'incidenza più alta); Lussemburgo 60 con incidenza 10; Cipro 56 6,5. Occorre anche segnalare che negli Stati dell'Unione europea con meno di undici milioni di abitanti esiste un sistema monocamerale. Passando quindi ad esaminare la situazione dei 13 Paesi in cui esiste anche il Senato, nel raffronto va considerata la diversità nella modalità di formazione (quasi sempre non elettiva diretta) e nelle funzioni.

In Germania il Bundesrat è composto da 69 membri espressi dai governi dei Lander, che li nominano e li revocano. All'estremo opposto l'House of Lords britannica, dove non vige un limite numerico e attualmente siedono 792 rappresentanti non eletti. In Francia il Senato è elettivo di secondo grado e conta 348 senatori, eletti da un collegio di più di 160.000 'grandi elettori', mentre in Spagna la maggior parte dei componenti sono eletti a suffragio universale diretto e per una minore parte sono designati dai Parlamenti delle diciassette Comunità autonome.

Guardando alla graduatoria, il Regno Unito è la nazione con il più alto numero di senatori, 792, con un'incidenza di 1,2 per 100mila abitanti, mentre la Germania, nona con i suoi 69 membri del Bundesrat, detiene il primato di incidenza, 0,1. L'Italia, terza per componenti, 321 compresi i senatori a vita, e ottava per incidenza, 0,5, passerebbe, rispettivamente, al quinto e terzo posto, con 200 membri e un'incidenza dello 0,3.

Complessivamente, dopo il Regno Unito e prima dell'Italia, si colloca la Francia, 348 senatori pari allo 0,5 su 100mila abitanti. Incidenza leggermente inferiore allo 0,6 dei 266 della Spagna (quarta), che precede Romania, 136 0,7; Polonia, 100 0,3; Repubblica Ceca, 81 0,8; Olanda 75, 0,4; Germania 69, 0,1; Austria, 61 0,7; Belgio, 60 0,5; Irlanda, 60 1,2; Slovenia, 40 1,9, che risulta la più alta incidenza.

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