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Taglio poltrone, i dubbi del cinquestelle Vacca

07 ottobre 2019 | 13.23
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Per il deputato M5S ci sono luci e ombre: "In questi mesi se ne è parlato ma con argomenti retorici e di propaganda". Poi la precisazione: "Voterò convintamente"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il taglio dei parlamentari inizia il suo iter nell'Aula di Montecitorio, domani, salvo sorprese, taglierà il traguardo dell'approvazione. Ma i dubbi, noti tra Pd e renziani, aleggiano anche nel M5S, che ha fatto della sforbiciata alle 'poltrone' uno dei suo cavalli di battaglia. A sollevare interrogativi è Gianluca Vacca, deputato M5S ed ex sottosegretario nel governo Conte Uno, in un post su Facebook in cui prova a "parlarne senza retorica".

Per Vacca si tratta di "una modifica così delicata" che non può "essere liquidata con un semplice 'Tagliamo le poltrone'. Se ne è parlato tanto in questi mesi, ma quasi sempre con argomenti retorici, di propaganda, senza affrontare i nodi più importanti", che infatti conclude il suo lungo post tralasciando "ogni commento sulla qualità del dibattito e della comunicazione di questi mesi su un cambiamento così importante per il nostro assetto istituzionale". Per Vacca, il taglio dei parlamentari, "ha cose buone e altre forse meno buone, avrà alcune conseguenze certe e altre invece tutte da verificare". Il grillino parte dal numero dei parlamentari, dopo il taglio, rimarca, "l'Italia andrà ad occupare le ultimissime posizioni in quanto a rappresentatività democratica parlamentare (avrà in sostanza il minor numero di parlamentari in rapporto agli abitanti)". Anche se, osserva Vacca, negli anni, rispetto a oltre 70 anni fa, "al Parlamento italiano si sono aggiunti e rafforzati altri organi elettivi, il Parlamento Europeo e soprattutto i Consigli Regionali; è per questo che il numero dei parlamentari, nonostante l'aumento della popolazione, oggi sembra eccessivo, come sostenuto anche da molti altri politici in passato".

"Migliorerà la qualità del lavoro parlamentare dopo questo taglio? - si chiede dunque Vacca - Questo è il punto più incerto e al quale è difficile dare una risposta: i parlamentari non più eletti saranno quelli più fannulloni, gli attuali assenteisti e nullafacenti? O al contrario saranno i parlamentari più bravi e competenti, quelli che lavorano assiduamente spesso senza avere la ribalta mediatica, a non entrare più in Parlamento? Difficile dirlo. Probabilmente continueranno ad esserci entrambe le componenti, ma con numeri inferiori. Mi sembra comunque un po' semplicistica la previsione ottimistica contenuta nello slogan 'meno parlamentari=più efficienza'. Vedremo". Ma per il deputato M5S è senz'altro vero che, con la 'sforbiciata', ci saranno delle asimmetrie nella distribuzione regionale dei seggi. "Le Province Autonome - osserva infatti - avranno una rappresentanza spropositata rispetto alle Regioni: il Trentino Alto-Adige avrà 6 senatori con 1 milione di abitanti, mentre Abruzzo, Sardegna, Marche e Liguria, pur avendo una popolazione maggiore, avranno 2 o un senatore in meno. Una criticità non da poco perché riguarda milioni di italiani". I risparmi per lo Stato ammonteranno a circa 100 milioni l'anno, "tanti, non tantissimi - secondo il deputato abruzzese - se consideriamo il bilancio complessivo annuale dello Stato. Non credo comunque che il risparmio di 100 milioni possa essere l'unica argomentazione, né quella più forte, a sostegno di questo voto".

Nel tardo pomeriggio, arriva la precisazione del deputato, che spiega all'Adnkronos: "Non ho mai parlato di dissenso, come erroneamente riportato da alcuni giornali, per me quella del taglio dei parlamentari è un'epocale riforma che voterò con convinzione. Ho solo argomentato le ragioni che ci spingono a portarla avanti andando oltre la semplificazione della retorica comunicativa"

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