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Il caso

Altaforte fuori dalla fiera del libro di Roma

15 ottobre 2019 | 14.41
LETTURA: 2 minuti

La casa editrice vicina a CasaPound: "Ci risiamo, non ci tiriamo indietro". Del Giudice: "Nessuna censura, solo eccesso di domanda"

L'editore di Altaforte, Francesco Polacchi (Fotogramma)
L'editore di Altaforte, Francesco Polacchi (Fotogramma)

Altaforte fuori dalla prossima fiera del libro di Roma. Almeno per ora. In attesa di chiarimenti (se mai ce ne saranno), c'è il sospetto da parte della casa editrice vicina a CasaPound che si vogliano evitare nuove polemiche dopo quelle scatenate da 'Io Sono Matteo Salvini', il libro-intervista di Chiara Giannini al leader della Lega, culminate nell'esclusione dal Salone del Libro di Torino.

"Abbiamo fatto iscrizione alla fiera del libro 'Più libri più liberi', che si terrà a dicembre a Roma, nei giusti tempi proprio avere la sicurezza di partecipare. Solo tre mesi dopo abbiamo ricevuto una mail che dice che 'purtroppo non ci sono più stand disponibili' per la nostra casa editrice. A quel punto abbiamo risposto chiedendo gentilmente l'elenco delle altre case editrici che saranno presenti alla fiera. Ma la risposta è stata negativa: non è possibile averla, quindi non è possibile capire il motivo per cui siamo stati esclusi", racconta all'Adnkronos Francesco Polacchi, fondatore e proprietario della casa editrice vicina a CasaPound, ricordando che è "l'ennesima situazione che si verifica negli ultimi mesi".
"Quali sono i motivi reali? Non voglio certo parlare di boicottaggio, dico però che non c'è una formula di garanzia nei confronti di una casa editrice già oggetto di censura da parte degli organizzatori di altre fiere del libro. Ad ogni modo - conclude Polacchi - noi non ci tireremo indietro. Andiamo avanti e lotteremo per capire, per partecipare alla Fiera di Roma. Qualora questo non fosse possibile ci presenteremo fuori e lì presenteremo al pubblico i nostri libri".

“Nessuna censura" dice all'Adnkronos il direttore di 'Più libri più liberi', Fabio del Giudice. "Sono anni che c’è un eccesso di domanda da parte degli editori rispetto ai posti effettivamente disponibili e quasi nessuna rinuncia. Diamo precedenza nelle attribuzioni alle domande che arrivano prima. Le rinunce sono davvero poche, come vedrà chiunque venga alla Nuvola dal 4 all’8 dicembre”, conclude del Giudice.

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