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Scienziata italiana nella Silicon Valley: "Mattarella ci ha dato speranza"

19 ottobre 2019 | 16.08
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"Vogliamo contribuire a rilancio Italia, si sostenga la nascita di un polo italiano in California di innovazione scientifica ed industriale"

(Foto AdnKronos)
(Foto AdnKronos)

"Erano più di 30 anni che un presidente della Repubblica italiana non veniva nella Silicon Valley. La visita di Mattarella dopo tanto tempo ha riacceso la speranza in noi emigrati negli Stati Uniti. Ci ha fatto sentire parte del nostro Paese, non abbandonati e ancor più intenzionati a rilanciare l'Italia, raccogliendo il meglio della Silicon Valley". Lo ha detto all'Adnkronos Alessandra Lanzara, palermitana di nascita, full time professor del dipartimento di Fisica dell’Università di Berkeley dal 2002, tra i quattro invitati 'emigranti d'onore' presenti al pranzo ristretto con il presidente della Repubblica Mattarella durante l'Italy-Usa Innovation Forum, svoltosi venerdì nell'università di Stanford a Palo Alto, in California, in una sala del Centro Alumni.

"Sono positiva perché è la prima volta che la Silicon Valley accoglie politici che hanno fatto un discorso che 'ci ha ispirati'. Il punto, come dice Luca Maestri, vicepresidente e direttore finanziario di Apple (uno dei 4 'cervelli della Silicon Valley' che insieme alla Lanzara, a Maria Grazia Roncarolo, docente dell’Università di Stanford e Andrea Calcagno, calabrese con laurea in ingegneria a Pisa, fondatore start up Cloud4wi, ha incontrato al pranzo Mattarella, ndr.) è che si parla sempre di fuga dei cervelli ma noi non siamo cervelli in fuga. Siamo una risorsa 'per e sull'innovazione'. Noi possiamo ridare indietro all'Italia. Guardate ad esempio Napoli, dove Apple ha aperto un centro di innovazione".

"E perché – afferma la professoressa di Berkeley lanciando la provocazione - non ragionare in termini utili per il nostro Paese anche all'inverso: sostenendo politicamente e concretamente la realizzazione di un polo italiano nella Silicon Valley di innovazione scientifica ed industriale, congiunto con le istituzioni americane per creare e favorire un processo di scambio sulle ricerche avanzate e l'industria. Un progetto a cui stiamo lavorando, sotto la guida del console generale Ortona, per creare il know how necessario per l'Italia, perché purtroppo ancora manca nel nostro Paese il passaggio dalla ricerca all'innovazione scientifica e industriale", anticipa la scienziata, leader nella ricerca mondiale sui 'materiali del futuro' che guideranno l'avvenire di vari settori dall'industria elettronica, all'energia, al trasporto.

Sull'ambizioso programma, che è in via di definizione, Alessandra Lanzara, che dirige tra l’altro il programma Ultrafast Science del prestigioso Lawrence Berkeley National Laboratory ed è cofondatore e direttore del Centro sui materiali sostenibili all'università di Berkeley, non dà ulteriori dettagli. "Ancora è prematuro parlarne, ma forse qualcosa si sta muovendo. Intravedo una apertura diversa da parte della politica".

Il Forum sarà l'auspicio? "Mi ha emozionato – risponde - sentire dichiarare pubblicamente venerdì al presidente di una università e centro di innovazione e pensiero prestigioso come Stanford che l’Italia è stata un grande scheletro della Silicon Valley".

Un encomio pubblicamente levato al simposio a cui ha partecipato il presidente Mattarella, ma anche concretamente declinato dalla prestigiosa università californiana di Palo Alto che, individuando l’importanza di recupero del nostro ‘umanesimo’, ha recentemente inaugurato un suo nuovo corso formativo a Firenze, per riscoprire il classico nella sua storicità e quotidianità e contribuire all’avvio del processo di rinascita della cultura europea, a partire dall’innovazione come creazione, ma anche rispetto dei valori etici.

"Vorremmo - conclude la scienziata siciliana - che la politica dopo trent’anni di silenzio facesse tesoro di questo messaggio e importante riconoscimento ed investisse efficacemente per restituire al nostro Paese ciò che meritoriamente gli appartiene".

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