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Manovra, tensione a 5 Stelle

21 ottobre 2019 | 07.08
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Da Di Maio avvertimento al premier Conte: "Niente manovra senza i nostri tre punti". Ira Zingaretti e sindacati sul piede di guerra. Oggi vertice di maggioranza

(Fotogramma)
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La manovra agita la maggioranza e la tensione arriva alle stelle. Alle 5 Stelle, più esattamente, con il leader politico Di Maio che alla vigilia del vertice di maggioranza lancia l'avvertimento al premier Conte sulle tre proposte "imprescindibili" del Movimento da inserire necessariamente nella legge di bilancio: "O si fanno - la richiesta non trattabile - o non esiste la manovra". Carcere per i grandi evasori, abbattimento dei costi del pos e giovani partite Iva i temi ai quali il M5S non vuole rinunciare e sui quali, promette, darà battaglia. Sulle polemiche dei giorni scorsi, Di Maio è netto: ''I toni 'o si fa così o si va a casa' fanno male al Paese, al governo. In politica si ascolta, si prendono in considerazione le proposte della prima forza politica che è il Movimento 5 Stelle. Se va a casa il Movimento 5 Stelle - ancora un avvertimento - è difficile che ci sia un governo, anzi quasi impossibile''. "Nessun ultimatum - ci tiene a precisare -, io credo solo che bisogna fare in modo che in questo governo ci sia meno nervosismo e mettere al centro delle persone e non le proprie opinioni".

Ma l'avvertimento di Di Maio non piace all'alleato dem di governo. E Zingaretti, irato, richiama all'ordine i Cinquestelle. "Non si può andare avanti con litigi continui. Gli italiani - sbotta - non sono coglioni. Bisogna rispettare gli accordi. Io ero il più scettico a fare questo governo. Noi saremo molto responsabili, si può andare avanti ma nessuno ricominci a mettere bandierine sulle proprie identità", dice il segretario del Pd a Non è l'Arena. "Gli italiani - avverte - puniranno chi pensa solo a se stesso. Gli italiani stanno male, sono stanchi di stare male e sono arrabbiati. Bisogna mettere in campo politiche che trasformino questa rabbia in speranza. Non accetterò mai il politico che lucra sui problemi delle famiglie". E ancora: "Non ho problemi a dire che il Pd farà di tutto per andare avanti e dare stabilità, ma se non ci sono risultati dovremo dire agli italiani 'non ce lo abbiamo fatta' e chi è stato protagonista dovrà assumersi la responsabilità. Non si può andare avanti con litigi continui".

E a sbottare non è solo il leader dem. La notizia di eventuali possibili modifiche alla legge di bilancio viene accolta con preoccupazione dai sindacati, con il leader Cgil Landini sul piede di guerra: "Lo dico chiaro: che non venga in mente a nessuno - tuona - di ridurre il cuneo fiscale sui lavoratori dipendenti e di non combattere l'evasione fiscale, di non fare le cose che devono essere fatte: noi queste riforme le vogliamo fare e se necessario le sosterremo con la mobilitazione di piazza". "Se vi confrontate con il sindacato e vi prendete impegni con il sindacato non può succedere che vengano poi messe in discussione le questioni perché ci sono beghe al vostro esterno. Ve ne chiederemo conto".

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