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Ex Ilva, Conte agli operai: "Non ho la soluzione in tasca"

08 novembre 2019 | 18.16
LETTURA: 5 minuti

Il premier a Taranto per ascoltare lavoratori e cittadini: "Siamo in una situazione di emergenza. Dobbiamo studiare, capire, conoscere". Fuori dalla fabbrica operai ed esponenti dei movimenti ambientalisti: "Vogliamo vivere". Di Maio avverte il Pd sullo scudo: "Problema per governo se dem presentano emendamento"

(Foto Palazzo Chigi)
(Foto Palazzo Chigi)

La soluzione della crisi ex Ilva "non ce l'ho in tasca, non sono un venditore di fumo... non sono un superuomo, né un fenomeno. Se ci fosse stata la soluzione a portata di mano sarebbe stata già realizzata". Così a Taranto il premier Giuseppe Conte dopo la visita agli stabilimenti Arcelor Mittal.
"In questo momento il dato di fatto è che Mittal restituisce la fabbrica", ha detto incontrando gli operai a Taranto, senza nascondere le difficoltà del momento, ma ricordando che è aperto 24 ore su 24 un gabinetto di crisi sulla vicenda. "Nei prossimi giorni vedremo come andrà la situazione, non ho pronta una soluzione ma qualsiasi situazione può diventare anche una opportunità", sottolinea il premier. Sullo scudo penale "non rispondo... dello scudo penale" per Arcelor Mittal "a me non importa nulla".

Il presidente del Consiglio è stato assediato dai lavoratori dell'Ilva e dai cittadini al suo arrivo a Taranto. Operai e associazioni ed esponenti di movimenti ambientalisti e cittadini del quartiere Tamburi lo hanno accolto con slogan 'Taranto libera', 'Chiusura della fabbrica', 'Vogliamo vivere', proponendo la riconversione del siderurgico. Conte non si è sottratto al confronto: "Sono qui per ascoltare tutti", ha detto. E ha anche invitato con forza chi si rivolgeva a lui col volto nascosto a scoprirsi: "Togli occhiali e cappuccio, io sono venuto qui senza la maschera, con la mia faccia'', ha detto.

Conte ha anche incontrato i delegati degli operai e i delegati sindacali e le federazioni metalmeccaniche nella sala del consiglio di fabbrica dello stabilimento. Il premier è stato applaudito all’arrivo nella sala e ha ascoltato per oltre un’ora gli oltre 200 partecipanti al consiglio di fabbrica. Quello dell'ex Ilva è un "dossier prioritario per il governo. Dobbiamo gestirlo tutti uniti, non solo il governo, ma anche voi. Tutti insieme dobbiamo combattere questa battaglia. Come sistema Paese", ha detto il premier.

Secondo Conte, "il primo segnale che dobbiamo dare è l'orgoglio del sistema Italia. Se chiedi di venire in Italia sei il benvenuto, se firmi un contratto tu quel contratto, quell'impegno lo rispetti, sul piano occupazionale e ambientale". "Tutto il governo, tutti i ministri sono perfettamente d'accordo con questa impostazione. Dobbiamo inserirci in un percorso che si è rivelato vizioso e ora dobbiamo cercarne di uscirne alla grande. Dobbiamo valutare un futuro di questo stabilimento che sia responsabile e sostenibile", ha sottolineato, interrotto più volte dagli applausi. I delegati e gli operai hanno ringraziato Conte per l'incontro e per il confronto. "Tornerò di nuovo" ha detto il premier che al termine dell'incontro ha sottolineato: "Sono venuto per conoscere, per dialogare, per capire meglio. Siamo in una situazione di emergenza. E quindi la prima cosa è studiare, capire, conoscere".

Conte, durante la sua visita allo stabilimento siderurgico di Taranto, ha visitato anche l'area dei parchi minerali dove è in corso la realizzazione di una mega struttura di copertura, quasi completata, che dovrebbe evitare la diffusione di polveri pericolose. Lo ha riferito lo stesso premier ai giornalisti ai quali ha rilasciato brevi dichiarazioni in Prefettura prima di incontrare nuovamente le associazioni ambientaliste e i sindaci del territorio. "Purtroppo questa è una comunità ferita. Oggi siamo in emergenza, ma qui nel corso degli anni si è creata una frattura tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Questa frattura si è alimentata nel corso del tempo, a torto o a ragione. Abbiamo colpa tutti, la politica, l'economia, il diritto. Oggi a Taranto c'è la chiara percezione che il diritto al lavoro marci in una direzione e il dritto alla salute in un'altra. Questo non lo possiamo permettere", ha evidenziato il premier, per il quale "da qui dobbiamo partire per rilanciare questa comunità. E' una comunità che ha sofferto tanto e continua a soffrire. Noi a questa comunità dobbiamo offrire l'occasione di un riscatto".

Conte ha riferito che dopo la tappa nel palazzo del governo andrà nel martoriato quartiere Tamburi che si trova proprio accanto allo stabilimento e che registra tassi altissimi di malattie e morti per inquinamento. "Qui c'è stata delusione, angoscia, paura. Oggi c'è rabbia, ho guardato la rabbia in faccia, la gente è esasperata. Prima di andar via andrò anche al quartiere Tamburi".

I sindacati non hanno ancora fornito i dati ufficiali dell'adesione allo sciopero proclamato dalle 7 del mattino per 24 ore, anche perché si svolge su tre turni. Secondo il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D'Alò, c'è stata una "grande adesione in tutt'Italia, Taranto, Salerno, Milano, Marghera, Genova, dei lavoratori ex Ilva, dell'appalto e dei servizi. "La preoccupazione è tanta per un futuro nuovamente in bilico e che rischia di rimettere in discussione sia il lavoro che l'ambiente". A Taranto la mobilitazione e lo sciopero hanno interessato anche i lavoratori degli appalti Arcelor Mittal e dell'indotto e ha visto incrociare le braccia anche tanti lavoratori dei servizi con l'adesione della Fisascat. ''Piena soddisfazione per la riuscita dello sciopero. Impianti fermi a Taranto nonostante il tentativo di precettazione dei lavoratori da parte della direzione aziendale. Siamo determinati. L'azienda – sottolinea D'Alò - deve cambiare linea e deve soprattutto ritirare la procedura''.

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