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Ex Ilva: vescovo Taranto, 'non smetterò mai di battermi con gli operai, esuberi inaccettabili'

05 dicembre 2019 | 18.24
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Lo stabilimento ArcelorMittal ex Ilva di Taranto - (FOTOGRAMMA)
Lo stabilimento ArcelorMittal ex Ilva di Taranto - (FOTOGRAMMA)

"Non rinuncerò mai a battermi con gli operai affinchè il negoziato continui. 4.700 esuberi sono inaccettabili, intollerabili". L'arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, condivide al "cento per cento", come dice, la rabbia dei lavoratori dell'ex Ilva. "Io sto con gli operai - osserva il vescovo in un' intervista all'Adnkronos -. Condivido totalmente il loro malessere e non rinuncerò mai a dare voce a tutta la contrarietà per la decisione presa da Mittal. La strada è di mantenere aperto un canale ma ci deve essere una regia grande perché la situazione tarantina si risolve solo con un intervento dello Stato".

Il vescovo parla di tradimento dei patti da parte dell'Arcelor Mittal: "E' inaccettabile questo numero di 4700 esuberi. E' realmente contro tutti gli accordi fatti". Nel sottolineare come la situazione si complichi ulteriormente proprio nel momento in cui il dialogo sembrava essere ripartito, Santoro osserva: "Spunta sempre l' idea della nazionalizzazione per la quale io sono contrario. E' invece auspicabile che lo Stato continui a manifestare il suo interesse e a partecipare in maniera importante, non per mettere i lavoratori in cassa integrazione ma per offrire reali possibilità di lavoro".

Il vescovo, già nelle settimane scorse, aveva tentato la mediazione con Arcelor Mittal: "Come vescovo posso fare un intervento di tipo morale per il bene della gente. Posso insistere perché il negoziato continui, contemperato da un' entrata in scena dell'Italia, ma non nel senso di una nazionalizzazione, ma con un contributo importante, offrendo reali possibilità di lavoro perché è inaccettabile che a pagare il conto siano sempre i lavoratori".

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