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Governo, Conte: "Verifica a gennaio, gente vuole chiarezza"

09 dicembre 2019 | 14.09
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Il premier: "Dopo l'ok alla manovra, al lavoro per riforma investimenti". Sull'ex Ilva, dopo la bocciatura del piano Mittal: "C'è un negoziato in corso, ma pronti a ingresso pubblico"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

La verifica di maggioranza a gennaio chiesta dal Pd? "Io ritengo che ogni cosa abbia il suo tempo, in questo momento il governo, le forze politiche e tutto il paese è concentrato sulle misure contenute nella manovra e nel dl fiscale, questo ci terrà impegnati fino a fine mese, un attimo dopo mi farò portatore di questa iniziativa, è assolutamente necessario". Lo dice il premier Giuseppe Conte, rispondendo alle domande dei cronisti dopo un caffè a due passi da Palazzo Chigi. "E' vero che abbiamo punti programmatici ben chiari che sono alla base di questo governo, ma è anche vero - riconosce Conte - che non abbiamo scritto quali sono le priorità, il cronoprogramma. Quindi chiederò alle forze politiche di condividere un percorso anche a livello di priorità che dovremo andare a perseguire e a realizzare: il Paese vuole chiarezza, non possiamo permetterci di proseguire con dichiarazioni, differenti sensibilità, sfumature varie, diversità di accenti, però questo a gennaio, adesso parliamo della manovra". Argomento già trattato questa mattina intervenendo al Rome investment forum 2019

ARCELORMITTAL - E dopo aver parlato del movimento delle sardine ("Voglia di partecipare, tanti giovani e non giovani... è una cosa bellissima..."), il premier è intervenuto su Ex Ilva e ArcelorMittal. L'offerta avanzata da Mittal per lasciare l'ex Ilva entro Natale? "No, non confermo questa indiscrezione, con Mittal c'è un negoziato in corso, abbiamo delle controproposte molto efficaci nella direzione che avevamo concordato col signor Mittal, e cioè avviare una robusta, seria, concreta transizione energetica, conservare il livello di occupazione quanto più possibile e investire ancor più nel risanamento ambientale: lavoreremo su questo, il negoziato è solo all'inizio". Lo dice il premier Giuseppe Conte, rispondendo alle domande dei cronisti dopo un caffè a due passi da Palazzo Chigi.

A chi gli chiede di un intervento dello Stato per lo stabilimento di Taranto, "dovete avere un po' di pazienza - risponde - qualcuno può pensare che non stiamo seguendo h24 questo dossier, nulla di più sbagliato, ma quando si tratta di un dossier così complesso e delicato non si possono rivelare dettagli, anticipazioni di un negoziato in corso. Quello che posso anticipare è che è prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche, a partecipazione pubblica, senz'altro. Siamo disponibili a fare la nostra parte per rendere questo progetto ancora più efficace e credibile e il piano industriale più sostenibile".

PIANO B - Quanto a un eventuale piano B del governo in caso di addio dei Mittal, "in questo momento - replica Conte - stiamo negoziando col signor Mittal, che è venuto a palazzo Chigi: nel primo incontro c'è stata un'interruzione del dialogo perché le posizioni poste dall'azienda erano inaccettabili, nel secondo incontro lui stesso ha dichiarato che c'è stato un ottimo dialogo col governo per l'avvio di un negoziato". Quanto ai 4.700 esuberi messi sul piatto dai franco-indiani al tavolo al Mise, "quella proposta l'abbiamo già respinta e stiamo facendo delle controproposte".

PATUANELLI - L'idea che Arcelor Mittal "metta un chip per andarsene non è accettabile, dice il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli a 'L'aria che tira' su La7. Il fatto che Arcelor Mittal abbia proposto un miliardo per andarsene dall'Ilva "è una bufala totale, non esiste nessuna interlocuzione in tal senso di Mittal né con Palazzo Chigi, né con il Mise o con il Mef, nessuna lettera ricevuta" con tale contenuto, ha precisato il ministro per il quale per l'ex Ilva "la soluzione è un nuovo piano industriale".

FONTI PALAZZO CHIGI, 'ROADMAP CHIARA' - Quando il presidente del Consiglio parla di una verifica del programma a gennaio, intende dire che è necessario tracciare una roadmap di governo chiara con le priorità e un cronoprogramma di riforme strutturali condiviso da tutte le forze di maggioranza fino alla fine naturale della legislatura. E' quanto precisano fonti di palazzo Chigi, in merito alle parole di oggi del premier Giuseppe Conte. L'impegno preso dalle forze di maggioranza -spiegano le fonti - è governare fino al 2023, le riforme si potranno mettere a punto e realizzare in un orizzonte temporale ampio non certo in pochi mesi.

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