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Mattarella: "Senza evasione più soldi per stipendi e pensioni"

09 dicembre 2019 | 17.17
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Il presidente della Repubblica agli studenti: "Chi evade tasse sfrutta quelle pagate dagli altri, cosa indecente"

(Foto Quirinale)
(Foto Quirinale)

"L’evasione fiscale è l’esaltazione della chiusura in sé stessi, dell'individualismo esasperato". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha incontrato oggi al Quirinale gli studenti di alcune scuole secondarie di secondo grado. Alla domanda 'Perché in Italia è così difficile combattere la piaga dell’evasione fiscale?', il capo dello Stato ha detto: "È un problema serio in molti Paesi. Lo è nel nostro. Vi sono Paesi in cui è molto più grave, vi sono Paesi in cui invece il senso civico di ciascuno lo ha quasi azzerato. È un problema grave perché significa ignorare che si vive insieme e che la convivenza significa contribuire tutti insieme - come dice la Costituzione, secondo le proprie possibilità - alla vita comune".

"Chi evade cerca invece di sottrarsi a questo dovere, di sfruttare le tasse che pagano gli altri per i servizi di cui si avvale. È una cosa, a rifletterci, davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano. E questa è una cosa di particolare gravità. L’evasione fiscale è calcolata nell'ultimo documento ufficiale dell'anno passato circa 119 miliardi di euro: una somma enorme".

"Se scomparisse -ha proseguito Mattarella- le possibilità di aumentare pensioni, di aumentare stipendi, di abbassare le tasse per chi le paga, e così via, sarebbero di molto aumentate. Per questo, anche lì il problema è di norme, di interventi, di controlli, di verifiche - che stanno dando qualche risultato - ma è soprattutto di cultura e di mentalità, di capire che in un'associazione, in una società, in una convivenza, se non si contribuisce tutti allo sforzo comune, c'è chi lo fa con onestà e c'è chi lo fa sfruttando quanto gli altri fanno. E questo non è giusto".

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