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A Mattarella la 'Lampada della pace': "E' riconoscimento all'Italia"

14 dicembre 2019 | 12.16
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A Mattarella la 'Lampada della pace':

"Interpreto la consegna della Lampada della pace come un riconoscimento all'Italia. Una Repubblica che nel rispetto e nella coerenza con la sua Costituzione ha sempre, costantemente, ricercato la pace". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia di consegna della 'Lampada della Pace', per mano del Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti.

"Lo ha fatto e lo fa con i Paesi vicini, anche dove decenni addietro si avevano scontri ed episodi di crudeltà e sono oggi luoghi d'incontro e di pace, di amicizia e collaborazione attiva per il comune futuro", ha proseguito Mattarella, sottolineando che "la scelta storica dell'integrazione europea ha consentito al nostro continente per secoli attraversato da guerre, sovente feroci, di porre insieme il futuro dei suoi popoli". "Questo porre insieme il futuro dei popoli europei è stata ed è una grande costruzione di pace", ha ricordato il Capo dello Stato.

"C'è bisogno di pace nel mondo e la via, l'unica vera via da seguire, è il dialogo, - ha aggiunto Mattarella - sono passati secoli perché si comprendesse che la strada per la pace é quella del dialogo, del conoscersi, e ancor più in un mondo sempre più interdipendente e dove le distanze sembrano venute meno". Il presidente ha poi sottolineato che "ve ne è grande bisogno, di pace, in un periodo in cui si assiste a numerosi e gravi conflitti regionali, a contrasti crudeli e scontri a carattere etnico o per motivi pseudoreligiosi, in un periodo in cui rischiano di venire meno i limiti agli armamenti nucleari".

"C'è bisogno - ha proseguito Mattarella - di grande impegno e grande educazione alla pace. E questa educazione ha un punto di partenza: insieme, conoscersi, rispettarsi, apprezzarsi, operare insieme per il comune progresso". "Da anni l'Italia svolge una politica attiva per la pace nel mondo - ha sottolineato Mattarella - anche in paesi lontani per promuovere la pace dove non c'è e consolidarla dove esiste. Lo fa con la su azione politica, con la sua attività diplomatica. Con le missioni dei suoi militari in luoghi molto lontani come Timor Est, e luoghi meno distanti come Libano da anni l'Italia ha un'attiva e impegnata politica per la pace nel mondo". Il capo dello Stato ha ricordato che quest'anno ricorrono 800 anni dal viaggio di Francesco presso il sultano in Egitto, "non fu gesto visionario di un sognatore ma un gesto profetico di chi ha compreso che quello è l'approdo per costruire la pace".

Per il presidente della Repubblica il messaggio di Francesco per la pace "non era utopia, ma un approdo da costruire con convinzione e determinazione". La pace è "l'approdo, tanto più quest'oggi che sono passati tanti secoli, è necessario comprendere che la strada per approdare alla pace è il dialogo, in particolare in un mondo così interdipendente e che sono venute meno le distanze tra i continenti, quindi è necessario costruire insieme il futuro il cui vero tessuto è la pace. - ha affermato ancora Mattarella - E vorrei rammentare che la nostra Costuzione non si limita al fondamentale richiamo alla pace tra le nazioni e gli stati, articolo 11, ma dall'articolo 2 a seguire il tessuto stesso della Costituzione, richiama, esorta, sollecita la pace interna al nostro paese. E gli italiani - ha aggiunto - non possono che essere sensibili e attenti a questo tema".

Il presidente ha parlato di "altro fronte della pace, non potendo dimenticare la stagione drammatica e triste del terrorismo. E ben conoscendo - ha concluso Mattarella - le conseguenze nefaste di lacerazioni profonde. E' una scelta di grande sagacia quella della nostra Costituzione che disegna in tutta la sua architettura un modello di Paese che si senta comunità di vita".

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