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Prof pro Hitler evita licenziamento e va in pensione

19 dicembre 2019 | 12.55
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Il rettore ha disposto con decreto, su richiesta dell'interessato, il collocamento a riposo dal primo gennaio 2020

Prof pro Hitler evita licenziamento e va in pensione

di Paolo Martini
Emanuele Castrucci, 67 anni, professore di filosofia del diritto dell'Università di Siena, finito nell'occhio del ciclone per alcuni tweet che inneggiano ad Adolf Hitler e al regime nazista, ha chiesto e ottenuto di andare in pensione. Ciò blocca la richiesta di destituzione del docente dalla cattedra accademica con il suo conseguente licenziamento.

Il rettore dell'Ateneo, Francesco Frati, ha disposto con un decreto rettoriale, su richiesta dell'interessato, il collocamento in pensione di Castrucci a decorrere dal 1 gennaio 2020. Il docente è nato a Monterosso al Mare (La Spezia) il 3 giugno 1952 ed ha già maturato l'età pensionistica, pur potendo rimanere in attività accademica fino ai 70 anni.

La richiesta di pensionamento, accordata, è emersa durante la riunione della sezione riservata ai professori di I fascia del Collegio di Disciplina dell'Università di Siena, che si è insediata questa mattina proprio per esaminare "gli atti trasmessi dal rettore in relazione alla proposta di sanzione per il prof. Emanuele Castrucci".

Durante la riunione, il Collegio ha preliminarmente esaminato gli atti trasmessi dal rettore, si legge in una nota dell'Ateneo, unitamente al materiale accessorio utile per valutare i profili disciplinari connessi alle esternazioni via twitter del prof. Castrucci". Tra gli atti esaminati, vi è anche il decreto rettorale che dispone il pensionamento.

Il Collegio di Disciplina ha deciso, per acquisire ulteriori elementi di giudizio, di convocare, oltre all'interessato, alcuni rappresentanti degli studenti della Facoltà di Giurisprudenza e il presidente del Comitato della Didattica.

Il procedimento disciplinare sanzionatorio va comunque avanti. Nel frattempo, il rettore aveva già bloccato tutte le attività didattiche di Castucci, impedendo anche la sua partecipazione agli esami, alle elezioni e al ricevimento degli studenti. Il filosofo è indagato dalla procura di Siena, che ha ipotizzato il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, aggravata da negazionismo.

La procura diretta dal procuratore capo Salvatore Vitello aveva chiesto anche il sequestro del profilo Twitter del docente, ma il gip del tribunale senese, Roberta Malavasi, ha rigettato l'ordinanza sostenendo che in quei tweet non ci sarebbero gli estremi del reato di propaganda e istigazione all'odio razziale, ma solo una rilettura storica e apologetica della figura di Hitler. La procura ha annunciato ricorso. "Pur rispettando la decisione del gip - è stata la replica del procuratore di Siena - noi dissentiamo da questa interpretazione. Ritenendo che ci sia istigazione all'odio razziale, con la foto di Hitler che è un'ulteriore prova a sostegno. Quel tweet è stato poi rimosso dal professore. Per questo presenteremo ricorso al tribunale del Riesame chiedendo il sequestro del profilo".Tutto è iniziato alla fine di novembre, con quel tweet sotto la foto di Adolf Hitler e del suo cane, in cui il professor Emanuele Castrucci dava voce al Führer, facendogli dire: "Vi hanno detto che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri che oggi vi governano dominando il mondo" e definendolo "difensore della civiltà europea".

La richiesta di sequestro è uno dei tasselli dell'indagine della procura sul professor Castrucci. Così come quel tweet su Hitler è stato il fattore scatenante della reazione dell'Università di Siena. Con il rettore Francesco Frati che ha presentato un esposto, appellandosi alla legge Fiano che prevede il reato di negazionismo di genocidi e crimini di guerra, ed altri due esposti annunciati dalla comunità ebraica di Firenze e Siena e dalla Regione Toscana. Da parte sua, nei giorni scorsi Castrucci ha replicato via mail ai giornalisti, ribadendo la sua linea di "libertà di opinioni espresse fuori dall'attività didattica" e ripetendo di "non aver mai negato l'Olocausto, né esaltato il nazismo".

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