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Libia, Conte: "L'unica soluzione è politica"

14 gennaio 2020 | 21.49
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Il premier: "Noi non disponibili a fornire armi o militari per alimentare conflitto"

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"Sulla Libia la linea italiana è perfettamente coerente: l'unica soluzione sostenibile è quella politica, ogni tentazione di imporre l'opzione militare è destinata al fallimento e comunque inaccettabile". Lo dichiara il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Ho incontrato più volte Haftar. Allorché mi informò della iniziativa militare gli dissi subito che stava commettendo un grave errore". "Gli dissi che la violenza avrebbe generato altra violenza, sofferenze alla popolazione civile e avrebbe attirato terroristi anche da altri scenari di guerra", rimarca il premier. "L'Italia ha fatto una scelta ben precisa: siamo disponibili a investire tutto il nostro capitale per indirizzare gli attori libici e la comunità internazionale verso una soluzione politica, ma non siamo disponibili a fornire armi o militari per alimentare un conflitto armato". "Sul piano politico - ribadisce - la nostra linea è coerente e la nostra presenza è costante".

"In queste settimane e in questi giorni ho sentito Putin due volte e ho incontrato Erdogan e Al Sisi e ho mantenuto un costante contatto con gli altri leader europei. Stiamo lavorato con la massima concentrazione e determinazione per rafforzare il ruolo dell'Ue quale migliore garanzia per un futuro autonomo e indipendente della Libia, privo di ingerenze esterne". "Allo stesso tempo -sottolinea- rimane fondamentale la consultazione con gli Stati Uniti, utile anche per un efficace coordinamento in vista della conferenza di Berlino".

"Pur consapevoli delle difficoltà incontrate dalle Nazioni Unite nel far avanzare il processo politico, abbiamo sempre sostenuto i suoi sforzi così come l'iniziativa tedesca riguardante la Conferenza di Berlino. Anche Putin ed Erdogan dovrebbero partecipare alla Conferenza, a dimostrazione del loro forte coinvolgimento in questo processo. Questo non significa che parteciperemo tutti alla Conferenza sulla base di una medesima agenda". "Il nostro Paese non ha agende nascoste, questa è la nostra forza. Con qualsiasi attore straniero non ho mai avuto linguaggio o contenuti differenti, la nostra credibilità dipende anche dal fatto che abbiamo avuto sempre una linearità e coerenza di azione e obiettivi. Non siamo sicuri, allo stato, che arriveremo a Berlino con una tregua formalmente sottoscritta. L'importante, comunque, è che si arrivi con un 'cessate-il-fuoco' sostanziale", conclude il premier.

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