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Craxi, la figlia Stefania: "Bene chi scopre lo statista ma ora dica che fu perseguitato"

16 gennaio 2020 | 14.16
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"Inaccettabile l'ipocrisia di riconoscere il grande politico e nel contempo difendere Mani pulite"

Craxi, la figlia Stefania:

"Mi fa piacere che dopo vent'anni di lavoro difficile, e a lungo in solitudine, la verità su Bettino Craxi si stia facendo strada e che molti abbiano trovato il coraggio di rendere testimonianza ad una storia a lungo dimenticata". Lo dice all'Adnkronos Stefania Craxi, fondatore della Fondazione dedicata al padre, alla vigilia dell'avvio delle iniziative per la commemorazione a Hammamet del ventennale della scomparsa del leader socialista.

"La rivalutazione della figura di mio padre -continua- è naturalmente una cosa buona, ma deve essere a tutto tondo, non pelosa o strumentale. Per intenderci, è un esercizio ipocrita riconoscere Bettino Craxi come statista e contemporaneamente, però, difendere l'inchiesta Mani pulite, che fu, questo vorrei sentir dire, una persecuzione giudiziaria".

"Questo profilo -prosegue- la sinistra non l'affronta: né il Pd, né Renzi lo sanno riconoscere. Io dico: quanti altri decenni volete aspettare? Devono passare altri 30 anni? Occorrerebbe riflettere su un'intera fase storica più che su Craxi. E purtroppo, quest'anno si registra, a fronte della partecipazione delle istituzioni tunisine, l'assenza del governo italiano alle commemorazioni, quando in altri momenti, penso al governo Berlusconi, si giunse ad avere quattro ministri a

Stefania Craxi ricorda i momenti più drammatici della parabola dell'ex presidente del Consiglio, compresa "la scena barbara" del lancio delle monetine fuori dall'hotel Raphael, "a cui dettero il loro contributo sia la destra che la sinistra".

"Ma bisogna ricordare -sottolinea- che il maggior 'contributo' a quella scena venne dai partecipanti al comizio, che c'era appena stato, di Achille Occhetto. Poi, certo, in quegli anni sia la Lega che la destra missina hanno concorso ma le responsabilità non sono pari a quelle della sinistra: non furono loro ad armare le Procure contro colui che aveva portato l'Italia a livelli di mobilità sociale, crescita economica e prestigio internazionale, che oggi non sono lontanamente immaginabili".

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