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M5s, Di Maio: "Da solo capo politico non ce la può fare"

18 gennaio 2020 | 17.46
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"Metteremo in piedi nuova carta di valori"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Farà un passo indietro o no?", "lascia o 'raddoppia'?". Nel Movimento 5 Stelle tutti aspettano la prossima settimana per conoscere le intenzioni del capo politico Luigi Di Maio. Nonostante le smentite dello staff e del diretto interessato, le voci su un possibile passo indietro del leader grillino non si affievoliscono, anzi. Tra i pentastellati c'è chi è convinto che il titolare della Farnesina sia già al lavoro sul discorso di 'commiato', da pronunciare, magari, già prima delle regionali 'spartiacque' di domenica 26 gennaio in Emilia Romagna e Calabria. Quel che è certo, è che Di Maio guarda agli Stati Generali del M5S, in programma dal 13 al 15 marzo (probabilmente a Torino), come a un'occasione per rilanciare il progetto pentastellato. Per il capo politico bisogna "cambiare una serie di regole interne" e "una serie di valori di riferimento" perché "tanti obiettivi del programma sono stati realizzati". "E per questo", ha spiegato Di Maio, "ci saranno gli Stati Generali il 15 marzo: sarà il primo momento della nostra storia, dopo 10 anni, per ritrovarci e discutere dei prossimi 10".

In questo contesto si inseriscono i recenti colloqui avuti dal numero uno dei 5 Stelle. Il 17 gennaio Di Maio ha visto il sindaco di Torino Chiara Appendino, il cui nome da giorni circola come possibile successore dell'attuale leader in caso di dimissioni: "Il Nord è poco rappresentato ai vertici del M5S e nel team dei facilitatori. Per questo, Chiara potrebbe 'colmare' quel vuoto", osserva una fonte. Voci di corridoio riferiscono all'Adnkronos anche di un incontro tra il ministro degli Esteri e il presidente della Camera Roberto Fico il giorno 16: indiscrezioni però non confermate dall'entourage della terza carica dello Stato e non escluse dallo staff di Di Maio.

In queste ore concitate si segnala anche un certo 'attivismo' da parte del sottosegretario al Viminale Vito Crimi, che da statuto, in quanto membro più anziano del Comitato di garanzia M5S, succederebbe a Di Maio come reggente. E in tanti guardano con attenzione alle future mosse della vicepresidente del Senato Paola Taverna, componente del 'Team del Futuro'. In attesa di conoscere le regole di ingaggio del 'congresso' di marzo, i grillini critici di Camera e Senato provano a far rete e limano il documento della svolta: separazione tra il ruolo del leader e gli incarichi di governo; gestione di Rousseau nelle mani del M5S; dialogo con il mondo progressista. Prospettiva, quest'ultima, condivisa anche dal garante Grillo come conferma il dialogo in corso con il sindaco dem di Milano Beppe Sala: "E' un dialogo che nasce da una comunanza di visione su tanti temi", conferma il primo cittadino milanese. I conti però si faranno a marzo agli Stati Generali, che, ha ribadito Di Maio da Lamezia Terme, serviranno "per mettere finalmente in piedi una nuova Carta dei Valori e anche un'organizzazione più efficace perché", ha ammesso, "da solo il capo politico non ce la può fare". In che modo però questa eventuale nuova organizzazione 'collegiale' si integrerà con la neonata squadra dei facilitatori non è ancora chiaro.

I prossimi giorni per il M5S si preannunciano turbolenti: in primis per il vuoto di potere destinato a crearsi dopo un ipotetico passo indietro di Di Maio e poi per le possibili nuove defezioni sia alla Camera (dove l'ex ministro Lorenzo Fioramonti continua a lavorare al suo gruppo 'Eco') che al Senato (dove la maggioranza può contare su numeri tutt'altro che blindati). Infine, il capitolo restituzioni, la nota dolente di queste ultime settimane. Dopo aver ottenuto la modifica dello statuto del Comitato rendicontazioni nella parte che destinava le eccedenze all'Associazione Rousseau di Davide Casaleggio (dirottate al Fondo per il Microcredito), i parlamentari ora chiedono maggiore collegialità nella gestione della 'cassaforte' grillina. Nella serata di mercoledì 15 si è tenuta una riunione alla Camera con il tesoriere Francesco Silvestri: "Sono state avanzate alcune proposte per rendere questo strumento più democratico, magari includendo nell'organo dell'assemblea tutti i soggetti che versano i soldi sul fondo gestito dal Comitato", rivela uno dei presenti. Sulla scelta dei progetti benefici a cui destinare i fondi delle restituzioni gli iscritti si esprimeranno con un voto su Rousseau lunedì prossimo. Nella stessa giornata si terrà anche la consultazione online per eleggere i facilitatori regionali e i candidati presidenti di Liguria, Toscana e Puglia.

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