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Casapound vs Anpi: "Negazionismo sulle foibe"

12 febbraio 2020 | 10.44
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Striscioni affissi nella notte in un centinaio di città italiane. Il messaggio: "Anpi difende i titini? Negazionismo & quattrini". L'Associazione dei Partigiani replica: "Scritta offensiva"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Anpi difende i titini? Negazionismo & quattrini". Questo il messaggio apparso su striscioni a firma CasaPound affissi nella notte in un centinaio di città italiane, dopo le polemiche sul 'Giorno del Ricordo' e la commemorazione dei martiri delle foibe.

"Non ci stiamo all'ipocrisia di chi ritiene l'Anpi intoccabile solo per il nome che porta - sottolinea CasaPound in una nota -. Chi definisce 'presunta vittima' una martire come Norma Cossetto, studentessa istriana violentata e infoibata dai partigiani titini nel 1943, o mette in dubbio l'esistenza di un progetto di pulizia etnica come quello del comunismo jugoslavo che ha fatto 10.000 morti e 350.000 esuli dovrebbe essere tenuto fuori dalle celebrazioni di una data come il Giorno del Ricordo, e invece all'Anpi ha aperto le porte persino il Senato per una conferenza dal titolo che evocava la retorica riduzionista”.

ANPI - Sullo striscione apparso a Milano interviene Roberto Cenati, presidente dell'Anpi Milano: ''La scritta - dice - offende anche la memoria di Don Eugenio Bussa che nel 1943 crea una colonia di sfollamento a Serina dando riparo a una trentina di bambini, figli poveri del quartiere Isola, dei dipendenti Pirelli, per poi allargare il gruppo ad altri piccoli, fino a raggiungere le ottanta presenze. Accoglie, all'insaputa di tutti, anche bambini ebrei, nascondendoli sotto falso nome e garantendo il rispetto della loro diversa fede religiosa. Nel novembre ’44, due mesi dopo la chiusura della Colonia di Serina da parte delle autorità fasciste che ne occupano il convento, i repubblichini della Muti arrestano Don Eugenio sospettando le sue attività, ma la reazione ferma di tutto il quartiere e le pressioni del cardinale Schuster ne determinano la liberazione. A Don Eugenio Bussa, il 28 marzo 1990, viene riconosciuto il titolo di “Giusto tra le Nazioni”.

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