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Renzi a Conte: "Vuoi la crisi? Aprila"

13 febbraio 2020 | 19.35
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Renzi a Conte:

"Caro presidente, se vuoi aprire la crisi, apri la crisi". Matteo Renzi si esprime così nella lunga diretta Facebook in cui, più volte, si rivolge direttamente al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Italia Viva diserterà il Consiglio dei ministri che esaminerà anche il tema prescrizione.

"Oggi è capitato che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, abbia attaccato in modo un po' sguaiato Italia Viva. Ha detto parole dure, sinceramente fuori posto, senza senso. Quando uno nel calcio riceve un bel calcione da dietro, bisogna evitare un fallo di reazione. Noi non cascheremo nella trappola, non faremo falli di reazione. Il presidente del Consiglio è un lavoro difficile e usurante, in alcuni momenti può capitare di sbagliare le parole da utilizzare. Parliamo di politica, di questo ha bisogno l'Italia. Non di populisti che seguono i sondaggi, ma di politici che abbiano una visione", dice Renzi

“Il presidente del Consiglio ha scelto di guidare un governo per due ragioni: primo, evitare l'aumento dell'Iva, obiettivo raggiunto grazie e soprattutto a Italia Viva. Secondo, evitare che Salvini potesse ottenere una maggioranza schiacciante nelle elezioni in autunno da poter cambiare la costituzione, magari introducendo un referendum per l'uscita dall'euro e portando l'Italia all'Italexit. Abbiamo raggiunto questi due obiettivi", prosegue.

"Io penso che la situazione sia molto seria e ingarbugliata", dice ancora Renzi, spaziando dal calo del Pil alle conseguenze dell'epidemia del coronavirus fino alla posizione dell'Italia in un contesto internazionale sempre più complesso. "Caro presidente, se vuoi aprire la crisi, apri la crisi. Noi non ti abbiamo chiesto di aprire la crisi, apri i cantieri. Dire questo significa essere maleducati?''.

“La discussione è tutta sulla giustizia, terreno su cui il populismo si muove con maggiore facilità. C'è una battaglia ideale e una precisa. La battaglia ideale è che non si può dire che garantismo e giustizialismo siano la stessa cosa: chi lo dice, dice un'assurdità. E' come dire che democrazia e dittatura sono la stessa cosa. Siamo il paese di Beccaria e di Enzo Tortora, in cui 1000 persone innocenti ogni anno vanno in carcere. L'Italia ha dovuto pagare 760 milioni di euro per errori giudiziari. Se non rifiutiamo la logica del processo sommario, tradiamo la nostra storia", dice ancora il leader di Italia Viva.

"Per questo non possiamo accettare la battaglia sulla prescrizione. Quella legge porta la firma di Conte, Bonafede e Salvini", dice evidenziando la differenza tra il governo Conte I e Conte II. La legge in questione "a noi non piace, trasforma i cittadini in imputati a vita. So che una battaglia per il garantismo non porta consenso elettorale, ma porta dignità. E alla dignità non si rinuncia. Da mesi diciamo che non siamo d'accordo. Nei tavoli di riunione abbiamo dato il via libera ad un ulteriore lodo, saremmo stati disponibili anche alla cancellazione della prescrizione dopo l'appello. Abbiamo usato buon senso in questa vicenda, per questo stasera non andremo al Consiglio dei ministri. Il ministro della Giustizia, Bonafede, ha detto che stasera ci sarà il voto sul Lodo Conte bis, un pasticcio incostituzionale da Azzeccagarbugli. Noi non ci andiamo e il premier non può dire che questa è un'assenza ingiustificata. Noi stiamo marcando la distanza politica su un punto", afferma.

"Se c'è una battaglia riformista da fare, si fa. E mi dispiace che non la faccia il Pd: se sceglie il matrimonio con il M5S e decide di spostarsi su posizioni giustizialiste, lo rispettiamo e non facciamo polemiche. Ma sentiamo l'esigenza morale, civile e prima ancora poltiica e culturale, di fare una battaglia per riformismo e garantismo", ribadisce.

"Al presidente del Consiglio c'è da dire solo la 'palla tocca a te'. Non abbiamo aperto la crisi ma non rinunciamo alle nostre idee. Tu puoi cambiare maggioranza, caro presidente del Consiglio: lo hai già fatto, sai come si fa. Non puoi dire che siamo opposizione maleducata. Se siamo opposizione, voi non avete la maggioranza. E questa non mi sembra un'idea brillante. Se volete fare un'altra maggioranza, non ci metteremo di traverso. Non rinunciamo alla dignità e al principio per tenerci uno sgabello".

"Sono anni, poi, che devo subire le accuse di chi la butta sul personale. Quante volte mi sono sentito fare la predica sull'educazione... Ci sono due modi di fare politica. Si può cercare di piacere a tutti e questo fa crescere l'indice di fiducia nel breve termine, ma vanno giù gli indici del Paese, l'indice Pil e dell'occupazione. Il secondo modo prevede la possibilità di essere dipinto come maleducato, perché ci si preoccupa del paese e in quel caso il Pil va su e l'occupazione raggiunge i record", incalza Renzi.

"Io, negli anni in cui ero presidente del Consiglio, non ho pensato ai sondaggi ma agli indici di benessere del paese. Se questo mi vale l'accusa di essere maleducato, me la prendo tutta. Noi non abbiamo mai mancato di rispetto a nessuno, suggerisco a tutti di non mancare di rispetto a Italia Viva. Se qualcuno vuole staccare la spina, lo faccia prendendosi la responsabilità e sapendo che noi non accetteremo mai minacce e ricatti", conclude.

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