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Salvini: "Gregoretti? Devono trovare un altro giudice..."

13 febbraio 2020 | 09.52
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Il leader del Carroccio, all'indomani della votazione sul caso Gregoretti, parla nella sede della stampa estera: l'Europa, un viaggio in Usa in programma, l'importanza dei rapporti con la Russia e il travagliato rapporto con gli ex alleati 5S nel discorso del leghista

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Non sono ancora sotto processo, il voto di ieri rimanda a Catania fascicolo su cui indagare. Dovranno trovarne un altro" di giudice "che non sia quello che abbia già archiviato". Così Matteo Salvini, parlando del caso Gregoretti all'indomani della votazione in Senato, sottolinea come ci saranno ulteriori passaggi prima del dibattimento. "Non sono felice - aggiunge - perché non voglio passare il mio tempo a studiare i processi". In ogni caso, spiega il leghista, gli italiani "voteranno a prescindere dal processo. Non sono felice dei processi e non me li vado a cercare. Vorrei vincere le elezioni per i programmi, non per i processi".

Parlando del declino dei 5Stelle, Salvini commenta ancora: "Non sono felice per questo, c'erano presupposti positivi, ma se ti allei con il Pd le conseguenze non possono essere che queste".

"Noi - dice poi di Europa - non abbiamo tra le priorità di uscire da niente e da nessuno. Non stiamo lavorando né per uscire dalla moneta, né dall'Unione". "Adesso sono tutti eurocritici, dall'estate scorsa tutti si sono accorti che bisogna cambiare alcuni fondamenti della Ue", aggiunge Salvini, che sugli assetti europei vorrebbe "che ci fosse un grande gruppo alternativo ai popolari e ai socialisti, di 140-150 parlamentari europei, saremmo interlocutore unico".

Nel futuro del leader leghista, un viaggio in America: "Stiamo organizzando un viaggio negli Usa, campagne elettorali permettendo - spiega -. Ci stiamo radicando in ottica delle prossime elezioni politiche, quando ci saranno", dice poi parlando degli oltre 5mila iscritti alla Lega nel mondo. E sulla politica estera, Salvini ha la certezza: "La Russia continuo a pensare che debba essere un alleato strategico e non finire nelle braccia della Cina. Ho già detto che le sanzioni non servono a nulla, non sono state utili". Putin, spiega ancora, "è apprezzato e stimabile, lo ribadisco, ma appena lo dico qualcuno in Italia dice che lo dico perché abbiamo preso soldi. C'è questa inchiesta sul petrolio che si trascina da mesi, neanche fossimo l'Eni", ironizza.

Sulla Libia, invece, "non siamo più un interlocutore affidabile. I prossimi mesi sul fronte libico saranno un grosso problema e credo che la soluzione non arriverà da Roma. In Libia - ricorda ancora Salvini - il governo italiano e quindi gli italiani, pagano un'ennesima non scelta. Se non scegli, tra Al Sarraj e Haftar, perdi credibilità". "Io avrei parlato con il governo riconosciuto. E' stato surreale quando Conte ha incontrato Haftar, quello che bombarda Tripoli, prima di Al Sarraj".

E sul Russiagate che ha investito la Lega, Salvini rimarca: "Fino a prova contraria continuerò a ritenerlo (Savoini, ndr.) una persona perbene. Se uno commette errori poi ne prende atto". "Si parla di pedinamenti, incontri, colloqui, senza che sia arrivata a nulla. Vedremo, io continuo a ritenere Savoini una persona per bene", sottolinea nuovamente.

Rispondendo poi a una domanda sulla revoca delle concessioni al gruppo Benetton, Salvini aggiunge: "Il problema vero è che il non fare niente sta bloccando 13 miliardi di euro, se volete revocare revocate e noi siamo d'accordo, se ci sono i presupposti giuridici". "Io - dice - loro non li ho mai incontrati".

E ancora: "Se vogliono prorogare portino la proroga in aula se suffragata dai fatti la votiamo. Io sarei per la revoca di fronte a 43 famiglie distrutte", dice il leader della Lega, che aggiunge: "E' evidente che qualcuno non ha fatto il suo lavoro. Se la revoca è suffragata dai fatti noi del gruppo della Lega la voteremmo, se fossi al governo, se i ministri me la portano, io lo farei in 12 secondi".

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