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Salvini su aborto: "Scelta che spetta a donna ma no abusi"

16 febbraio 2020 | 15.53
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Salvini su aborto:

L'aborto "è una scelta che spetta solo alla donna, alla coscienza, alla libertà di scelta della donna, semplicemente ritengo che arrivare alla quinta, sesta, settima interruzione di gravidanza, come molti medici mi hanno segnalato, non faccia bene alla salute e meriti una riflessione". In una diretta su Facebook il leader della Lega ribadisce la sua posizione e quella del suo partito dopo le polemiche sollevate dalle dichiarazioni rilasciate all'evento 'Roma torna Capitale' all'Eur, invitando tra l'altro i giornalisti a "riportare correttamente le mie parole". "Io non sono nessuno per dare lezioni di morale - sostiene - mi sono permesso di dire che evidentemente c'è un tema culturale da affrontare se qualcuno abusa di un'operazione che fa male alla salute. Figurati se Salvini si mette contro l'aborto o il divorzio, sono l'ultimo che può dare lezioni, ma raccolgo il grido d'allarme che arriva da tanti pronto soccorso, ospedali, consultori, che chiedono di fare il possibile per tutelare la vita".

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La precisazione arriva dopo le dichiarazioni dal palco della manifestazione dell'Eur a Roma, dove aveva parlato di donne che sono andate "sei volte al pronto soccorso per l'aborto", puntando il dito contro l'affollamento dei pronto soccorso anche da parte di chi chiede l'interruzione di gravidanza. "Non mi spetta giudicare, è giusto che sia la donna a scegliere, ma non puoi arrivare a prendere il pronto soccorso come la soluzione a uno stile di vita incivile per il 2020".

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Il palazzo dei Congressi, a Roma, contiene 3mila persone, sedute nelle poltrone, in piedi nei corridoi e in fondo alla sala. Tante ce ne sono, perché quella di domenica sera, dal titolo 'Roma torna capitale', è la prova generale in cui Salvini sente il battito della Lega che punta al Campidoglio. Salvini non nasconde che l'obiettivo è quello: "Io qualche nome ce l'ho", assicura. Ma non lo dice, anzi, sottolinea che "l'importante è che sia in gamba", non serve la tessera di partito. Un leit motiv che poi utilizza in chiave nazionale, parlando di centrodestra: "Se si votasse domani mattina, il centrodestra sarebbe la prima forza, è una enorme responsabilità", dice ancora, chiedendo di allargare il campo alla società civile, a nomi nuovi.

Poi una prima frecciata alla sindaca di Roma Virginia Raggi: "Abito dalle parti della fermata della metro Barberini, che è guasta, si fermano i cittadini, e allora mi domando, a me mi mandano a processo per sequestro dei migranti, e allora perché non la processano per sequestro di passeggeri?". Con lui i fedelissimi della Capitale: Claudio Durigon e Francesco Zicchieri, mentre alcuni giovani militanti indossano una maglietta bianca di sostegno a Salvini: "Io sto con Salvini, processateci tutti". "C'è un sindaco che, se non facesse danni, sarebbe anche simpatica", dice della Raggi. E sulla burocrazia, sulle leggi che bloccano i cantieri che lui vorrebbe nella Capitale, trova modo di tornare sul tema dei rom: "Andiamo a controllare i campi rom non i bar e i ristoranti, dove ho visto i vigili col metro per misurare sedie e tavolini". "Perché il tavolino è contro il decoro urbano? Sediamoci e beviamoci un caffè". A Roma "c'è la monnezza che ti compare ovunque", fa notare il leader della Lega.

Sui temi caldi del momento come il rapporto con le istituzioni europee e il fisco non arretra. Alla Ue non fa sconti: "Per me vengono prima gli italiani, non si tratta di essere euroscettici, ma si tratta di non essere dei pirla, pagare per un servizio che non c'è", dice ancora, ribadendo che ci deve essere una convenienza a stare in Europa. Sul fisco invece chiede di non perseguitare gli italiani e "che l'unico modo per battere l'evasione è abbassare le tasse". Poi dice: "E' tutto fermo, vorrei che Roma si riempisse di cantieri, ma se uno fa il furbo vada in galera, ma non blocchiamo i lavori per il sospetto. La differenza tra noi e la sinistra e i cinque stelle è che loro hanno sempre il sospetto". Tra le sue richieste anche quella di "fare la spesa in una bottega e meno in una piattaforma americana è un atto politico - dice Salvini -, la bottega paga le tasse qua, la multinazionale vai a vedere".

Infine rimanda indietro, per l'ennesima volta, l'accusa di avere rapporti poco chiari con la Russia. "Io sto in un bilocale a Milano, dove li nascondo i rubli, il petrolio?".

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