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M5S, allarme per 'fuga' candidati da Rousseau

20 febbraio 2020 | 07.54
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Il numero degli aspiranti consiglieri agita i pentastellati. Sullo sfondo resta sempre il nodo delle alleanze da sciogliere

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

di Antonio Atte - L'allarme ai piani alti del M5S è scattato quando sono arrivati i numeri dei possibili candidati grillini alle regionali di maggio. Se prima l'apertura delle selezioni su Rousseau si trasformava in una competizione anche agguerrita, ora di aspiranti consiglieri regionali se ne contano molti di meno rispetto al passato. Oggi, sulla piattaforma della 'democrazia diretta' 5 Stelle, dalle ore 10 alle ore 19, gli iscritti del MoVimento 5 Stelle residenti in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto voteranno la lista dei nomi dei candidati portavoce nei rispettivi Consigli regionali. Ma nella fase delle candidature non c'è stato nessun 'assalto ai forni' di manzoniana memoria.

A Napoli e provincia si contano solo 58 candidati. A Benevento il numero scende a 7, mentre se ne contano 13 ad Avellino, 22 a Caserta e 18 a Salerno. Numeri esigui anche in Liguria, con una sparuta presenza di donne. "Se la corsa al posto di consigliere regionale, generalmente molto ambito, ha questo tipo di affluenza, si preannuncia un clamoroso flop alle urne", ragiona a taccuini chiusi un eletto pentastellato, scuotendo il capo.

La fuga da Rousseau, raccontano all'Adnkronos, avrebbe allarmato anche i piani alti del M5S. Da qui, si vocifera, la scelta di posticipare il termine ultimo per presentare le candidature alle 'regionarie'. In una mail interna lo slittamento era stato ufficialmente motivato a con la necessità di "venire incontro alle esigenze di tanti che ci hanno scritto in questi giorni per chiedere una proroga delle candidature a causa di una difficoltà nel reperire i certificati richiesti in tempo".

Sullo sfondo resta sempre il nodo delle alleanze da sciogliere. In Campania, dopo il 'passo indietro' della consigliera Valeria Ciarambino, il Movimento ha lanciato la corsa del ministro Sergio Costa alla presidenza della Regione. Sono in molti nelle file grilline ad auspicare il via libera a un progetto civico con il centrosinistra che veda proprio Costa nelle vesti di frontman: ma non mancano le resistenze interne. Il Pd dal canto suo ha aperto al dialogo col M5S partendo dalla ricandidatura del governatore uscente Vincenzo De Luca, indigeribile ai 5 Stelle. Ma a livello sotterraneo le due parti continuano a trattare.

Ingarbugliata anche la partita in Liguria, dove la consigliera Alice Salvatore - vincitrice delle 'regionarie' online per la scelta del candidato governatore - continua a ribadire il no alle alleanze con gli altri partiti, mentre una larga fetta di eletti nazionali e locali spinge per un accordo civico col centrosinistra. La palla è nelle mani del capo politico Vito Crimi, a cui gli attivisti hanno chiesto di indire un voto su Rousseau per decidere sulle alleanze.

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