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Coronavirus, opposizione da Conte: "No al Mes e stop alle tasse"

23 marzo 2020 | 20.09
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Le richieste avanzate da Salvini a nome del centrodestra. Conte 'bacchettato' sulle tempistiche. Premier si impegna a valutare l'accorpamento dei decreti. Il leader leghista: "Sia inizio di una collaborazione". Meloni chiede 'unità di crisi' del Parlamento

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"No al Mes sotto qualsiasi forma, trattato infernale che mette a rischio i risparmi ed il futuro degli italiani". E' la richiesta avanzata da Matteo Salvini al governo Conte, a nome del centrodestra, in occasione del vertice con il premier a Palazzo Chigi. "Mascherine e camici subito a medici, farmacisti, operatori sanitari, forze dell’ordine e lavoratori. Respiratori e ossigeno subito - un'altra richiesta del centrodestra - a tutti gli ospedali che ne hanno fatto richiesta da tempo". Per il centrodestra, inoltre, è necessaria l'apertura "e piena operatività del Parlamento, che deve lavorare giorno e notte come fanno tante altre aziende italiane".

E ancora, ''tutela economica di TUTTI i lavoratori, partite IVA comprese, non solo di alcuni. Liquidità e stop alle tasse per le imprese, soprattutto quelle più piccole", scrive Salvini mentre è in corso il vertice. La coalizione, continua il leader della Lega, chiede inoltre ''soldi SUBITO ai Comuni, per aiutare i Sindaci ad essere vicini a tutti i loro cittadini. Difesa delle aziende italiane, che rischiano di essere comprate sottocosto da multinazionali straniere". Il leader della Lega chiede in particolare la ''sperimentazione di tutti i farmaci che possono essere utili per fermare il combattere il virus". "Abbiamo chiesto al governo interventi urgenti per proteggere tutti gli anziani e i disabili in case di risposo o in case di cura, almeno 500.000 italiani: servono subito medici, infermieri, mascherine e macchinari. Se non si interviene in fretta, si rischia una strage", twitta ancora a incontro in corso.

MELONI - "E' un precedente rilevante quello di limitare la libertà personale delle persone tramite Dpcm. Siamo in una democrazia, è fondamentale che ogni limitazione della libertà individuale o di movimento sia decisa dal Parlamento e non con decreto del governo", ha scritto Giorgia Meloni su Facebook prima di andare al vertice. "Nell'incontro di oggi con il governo Fratelli d'Italia ribadisce per l'ennesima volta la sua richiesta: nessuna apertura dall'Italia all'ipotesi del ricorso al MES e difesa degli asset nazionali strategici, a rischio di scalata predatoria da speculatori ed entità estere", ha scritto ancora.

TAJANI - Durante il vertice, Antonio Tajani, numero due di Forza Italia, avrebbe chiesto al premier Conte di valutare, se necessario, la possibilità di richiamare le riserve dell’Esercito. E ancora: servono subito due decreti, uno 'Riapri Italia' per rilanciare il mondo delle attività turistiche, alberghiere e commerciali, e uno 'New deal', per ridare fiato agli investimenti pubblici e all'edilizia privata con lo sblocco di 100 mld a favore delle infrastrutture pubbliche.

LUPI - "Subito in campo gli 8mila medici che si sono offerti per dare una mano. Il fattore tempo è determinante". Questa la richiesta di Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia

LEGA - "Visto che in tutta Europa spendono più soldi di noi", la Lega ha chiesto che ci fossero più soldi subito per le partite iva e per i lavoratori autonomi, come per i lavoratori in cassa integrazione. Ma la risposta, assicurano fonti del Carroccio, "è stata negativa". "I soldi in questo decreto non ci sono", sarebbe stata la risposta del governo secondo le stesse fonti.

CONTE - A quanto si apprende, il premier Giuseppe Conte avrebbe confermato, durante l'incontro con le opposizioni, l'invio di 300 respiratori da parte della cancelliera Angela Merkel. Si riferisce da fonti parlamentari. E ancora: "Dobbiamo pretendere che tutti i Paesi adottino linee rigorose di contrasto al contagio. L’Italia sta attuando una strategia che ci costa sacrifici, con un impatto economico notevole, per ottenere un risultato. Non possiamo accettare che invece altri Paesi affrontino questa lotta con una soglia di rigore più bassa, perché poi potremmo essere esposti agli effetti di un contagio di ritorno. Ecco perché la risposta europea coordinata a tutti i livelli è l’unica possibilità". Domani, secondo quanto detto da Conte, a quanto si apprende saranno distribuite 3,5 milioni di mascherine. Il decreto varato ieri, con il lockdown per attività produttive, industriali e commerciali in tutta Italia, “è stata una decisione ritenuta necessaria per l’area più critica del Nord, ma sicuramente anche utile in funzione preventiva per il centro e il sud", ha detto ancora il premier a quanto si apprende.

Giuseppe Conte si sarebbe espresso incalzato dal leader della Lega Matteo Salvini sulla necessità di intervenire per risolvere il nodo delle carceri di fronte all’emergenza: il ministro Bonafede, avrebbe spiegato Conte, ha confermato che non si tratta di un provvedimento ‘libera tutti’, anzi. Con questo rischio epidemico obbligare a rientrare in carcere chi entrava e usciva poteva diventare una questione di salute carceraria, avrebbe detto Conte.

Intanto, secondo quanto riferito da fonti del centrodestra, il governo si è impegnato a valutare di accorpare i quattro decreti sull’emergenza covid-19 in uno solo provvedimento e a garantire il doppio passaggio-esame in parlamento.

GUALTIERI - Per mettere a punto il prossimo 'decreto aprile' il governo è pronto a collaborare con le opposizioni. Lo ha garantito, secondo quanto viene riferito, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri nel corso del confronto. Il responsabile di via XX Settembre ha ribadito che nel provvedimento in programma per il mese prossimo ci saranno le risorse aggiuntive (stimate in altri 25 mld, ndr) che serviranno per sostenere imprese e lavoratori a superare la crisi. Sulle risorse del decreto di marzo, ha spiegato, è noto che i 25 miliardi, autorizzati dal Parlamento, sono stati già tutti impegnati accogliendo anche le richieste venute dall'opposizione.

CONTE 'BACCHETTATO' - Non possiamo essere avvisati tre ore prima... Raccontano che durante il vertice a Palazzo Chigi, i leader del centrodestra avrebbero criticato e ‘rimproverato’ Giuseppe Conte per aver annunciato sabato la ‘nuova stretta’ solo all’ultimo momento, senza coinvolgerli. Dobbiamo essere chiamati a una battaglia comune, non possiamo essere avvertiti tre ore prima, si sarebbero lamentati Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Maurizio Lupi.

'Le norme prima si scrivano e poi si comunichino. Non farlo contribuisce a generare ansia e preoccupazioni. Prima si finiscono di scrivere le norme, si hanno le risposte a tutte le domande e poi ci si presenta in una normale conferenza stampa e si risponde a tutti i quesiti...'. Con queste parole, apprende l'Adnkronos, Giorgia Meloni in particolare si sarebbe rivolta al premier. 'Per come la vedo io le regole sono: norme chiare, comunicazione chiara e dare il tempo alla gente per adeguarsi alle disposizioni di un governo', avrebbe sottolineato Meloni.

CHI C'E' - Al vertice per l'esecutivo sono presenti, oltre al premier Conte, il ministro dei Rapporti col Parlamento, Federico D'Incà. E' presente in videoconferenza anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Per il centrodestra oltre a Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Tutti indossano la mascherina e sono a distanza di sicurezza. In videoconferenza è collegato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Salvini è accompagnato da Claudio Durigon e Alberto Bagnai, mentre Meloni guida delegazione Fdi formata dai capigruppo Francesco Lollobrigida e Claudio Ceriani. Per Fi c'è solo Tajani. In rappresentanza di 'Noi con l'Italia' c'è Maurizio Lupi.

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