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Coronavirus, cabina di regia governo-opposizioni

04 aprile 2020 | 10.13
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Alla riunione in video conferenza hanno partecipato i capigruppo e i responsabili economici dei partiti. Esaminata prima parte delle richieste dell'opposizione. Domani nuovo incontro

Federico D'Incà (Fotogramma)
Federico D'Incà (Fotogramma)

Terminata la cabina di regia governo-opposizioni per esaminare le nuove misure economiche contro l'emergenza coronavirus, riunita oggi in video conferenza. Alla riunione hanno partecipato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, i capigruppo e i responsabili economici dei partiti di opposizione. Presenti, insieme a D'Incà, i sottosegretari Simona Malpezzi e Gianluca Castaldi. Secondo quanto si apprende, nel corso della cabina di regia è stata esaminata una prima parte delle proposte segnalate da parte dell'opposizione. Il confronto in video-conferenza viene definito "intenso e costruttivo". La riunione si riaggiorna a domani, alla presenza del Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Quello di oggi con le opposizioni "è stato un ottimo incontro, costruttivo. Ci si è focalizzati su tutte le proposte emendative al decreto di marzo e poi sui possibili ordini del giorno da votare", che "quindi possono diventare idee future da inserire all'interno del decreto di aprile". Così il ministro D'Incà, collegato con SkyTg24.

Dopo l'incontro di questa mattina, una nuova riunione è in programma domani alle 17.30, ma da parte del centrodestra è forte la richiesta di un confronto in tempi ravvicinati con il ministro dell'Economia. Dai suoi vice, Antonio Misiani e Laura Castelli, sono infatti arrivate aperture rispetto alle richieste avanzate da Lega, Fdi, Forza Italia, Noi per l'Italia e Cambiamo, ma le risposte, secondo quanto filtra da fonti parlamentari, per ora rimangono interlocutorie, senza riuscire così a capire se e in che modo le proposte della minoranza potranno essere accolte come modifiche al 'Cura Italia' o come misure da inserire nel cosiddetto decreto aprile.

Un provvedimento atteso per lunedì, come annunciato anche da Matteo Renzi durante una diretta Facebook, anche se non è detto che il governo riesca ad arrivare all'approvazione del testo prima della riunione dell'Eurogruppo in programma invece martedì.

Dalla possibilità e dal risultato di un'interlocuzione con Gualtieri dipende l'esito dello stesso confronto in atto tra maggioranza e opposizione, visto che il centrodestra ribadisce che un dialogo non può limitarsi agli incontri e all'ascolto delle proposte, ma, perché sia proficuo, necessita anche della traduzione in misure concrete da inserire nei provvedimenti varati dal governo.

Non basta quindi la disponibilità, che pure dal governo sarebbe stata ribadita, a recepire come ordini del giorno vincolanti gli emendamenti al 'Cura Italia' non accolti o a trasformarli in misure da inserire nel nuovo decreto, senza che ne vengano specificati contenuti ed entità.

Due i nodi che vanno sciolti nel confronto tra maggioranza e opposizione. Innanzitutto in che modo e in quale misura garantire un flusso di liquidità alle imprese; con quale tipo di garanzie da parte dello Stato e con quali tempi per la restituzione. Questioni sulle quali il centrodestra attende una risposta chiara da parte di Gualtieri.

Da capire cioè quanti finanziamenti è disposto a coprire lo Stato rispetto ai fatturati dello scorso anno; con quale garanzia e in base a quante rate per la restituzione. Su questi ultimi due punti si parlerebbe di una garanzia del 90 per cento rispetto alla somma avuta in prestito, con un termine di restituzione fissato in 60 mesi, mentre l'opposizione vorrebbe che fosse il doppio, vale a dire in dieci anni.

Lo stesso Renzi, parlando soprattutto delle medie e piccole imprese, ha chiesto che i prestiti siano del 25 per cento rispetto ai fatturati dello scorso anno, che la garanzia dello Stato copra il cento per cento e che le restituzioni debbano essere in 100 rate a partire dal 2022.

Altro nodo intricato da sciogliere è quello dell'allentamento di alcuni vincoli legati al decreto dignità con conseguente ripristino dei voucher. Su questo la frattura è di carattere 'ideologico', come sarebbe emerso in botta e risposta tra Misiani e Renato Brunetta. Difficile infatti, soprattutto per il Movimento 5 stelle, rinnegare il no ai voucher e ai contratti a termine.

Tuttavia il diffondersi della pandemia porta con sé la necessità di sostituire temporaneamente in servizi essenziali quali supermercati e farmacie lavoratori che vengono colpiti dal virus, oltre l'esigenza di reperire la manodopera per il settore dell'agricoltura. Di qui la richiesta del centrodestra di trovare forme che in qualche modo, senza sconfessare battaglie e visoni politiche, consentano comunque di garantire l'assunzione di lavoratori a tempo.

Infine nella riunione di stamattina sarebbe stato confermato che nel prossimo decreto legge verrà portato a 800 euro il contributo per le partite Iva, lasciando comunque la modalità di richiesta tramite il portale dell'Inps, visto che ricorrere ad altri sistemi richiederebbe tempi più lunghi. Verrebbero poi prorogati i termini per le scadenze fiscali, anche se la Lega ribadirebbe la richiesta del cosiddetto anno bianco fiscale.

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