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È ancora duello sardine-sovranisti, boomerang 'sciacallo' su Santori

20 aprile 2020 | 20.50
LETTURA: 3 minuti

Ma l'accostamento tocca pure al pentastellato Di Battista

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

Nel bestiario politico, con la complicità del coronavirus, a farla da padrone, da un mese a questa, parte è lo sciacallo. Declinato in tutte le salse, buono per attaccare a destra e a sinistra, nuovi e vecchi della politica italiana. Primo ad avvistarlo fu la sardina Santori, indicandolo tra i sovranisti. Poi, anche nel M5S, qualcuno lo riconobbe nel populista Di Battista. Sui social è ormai un evergreen.

Lo scorso 25 marzo, intervistato dalla AdnKronos, lo tirò fuori quello che non ti aspetti, il più nuovo di tutti, Mattia Santori, leader delle Sardine, che - messo per un momento da parte il linguaggio che rifugge l'hate speech - se lo fece scappare come appellativo, rivolgendolo al suo principale nemico (oops: meglio oppositore) Matteo Salvini.

"Ad ogni crisi lo sciacallo torna a farsi vivo", evidenziava il leader delle Sardine, puntando il dito contro il Capitano, sottolineando "il patetismo di chi ha sempre cercato di fare campagna elettorale, con temi molto facili contro il governo". Accuse durissime, rivolte anche alla leader di Fdi Giorgia Meloni.

Pochi giorni dopo, intervistato da Lilli Gruber, il 3 aprile, Santori ammette di aver esagerato un po' con le parole. Ma ormai l'hashtag con il volto del canide dalla peggiore fama, pronto a cibarsi di cadaveri, vola in rete. Rispuntando lo scorso 17 aprile, quando Lega e Fi votano in Europa contro gli eurobond. Il trend topic, su Twitter, è per ore: #salvinisciacallo. 'Indossato' da tanti che scrivono parole al vetriolo contro Matteo Salvini, reo di tradimento, per aver detto no alla misura chiesta da Conte all'Europa per salvare l'economia italiana.

Ieri lo sciacallo se lo prende Alessandro Di Battista, leader populista del M5S. Nella chat dei pentastellati, Dibba finisce sotto accusa per le posizioni su Mes e l'attacco in tema di nomine. Il copyright, con l'epiteto affibbiato dello sciacallo lo firma la fichiana Gilda Sportiello: "Esistono sciacalli e sciacalli - scrive -. Chi come Salvini lo fa a modo suo e chi ogni tanto resuscita per tenere caldo il suo posto al sole".

Oggi, si riapre la caccia. Stavolta l'accusa torna addosso proprio a Santori. La firma Giorgia Meloni, che attacca a testa bassa contro chi chiede il commissariamento della Regione Lombardia, per non avere saputo fronteggiare l'emergenza sanitaria nella ragione dove in migliaia sono morti. Per la leader di Fratelli d'Italia, ai microfoni di TeleLombardia, gli sciacalli ora sono tanti, a partire dal leader delle Sardine, per arrivare a "Roberto Saviano e ai sinistri estremi". Quasi una epidemia, a questo punto.

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