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Cdm: "In decreto aprile stop clausole di salvaguardia Iva"

24 aprile 2020 | 20.11
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"Il prossimo decreto del governo garantirà, pur in un contesto di miglioramento graduale e strutturale della finanza pubblica, la completa eliminazione dell'incremento delle aliquote Iva e delle accise previsto dal 2021". La conferma dello stop alle clausole di salvaguardia Iva arrivano dalla nota del Consiglio dei ministri. "È fondamentale, soprattutto in questa fase - si legge nella nota - fornire elementi di certezza alle imprese e ai cittadini che si trovano a dover programmare l'attività e i piani di investimento in un contesto reso incerto e mutevole dalla emergenza in atto. Inoltre, in questo modo si migliora finalmente la trasparenza delle previsioni di finanza pubblica". "L'azione del governo sarà indirizzata all'introduzione di innovativi strumenti europei che possano assicurare una risposta adeguata della politica di bilancio alla luce della gravità della crisi e, al contempo, migliorare le prospettive di crescita di lungo termine e la sostenibilità delle finanze pubbliche dei paesi membri".

L'EXTRADEFICIT - Con la relazione sullo scostamento di bilancio che sottoporrà alle Camere, si legge nella nota di Palazzo Chigi, "sentita la Commissione europea, il governo richiede l'autorizzazione al Parlamento al ricorso all'indebitamento per l'anno 2020 di 55 miliardi di euro, 24,85 miliardi di euro nel 2021, 32,75 miliardi di euro nel 2022, 33,05 miliardi nel 2023, 33,15 miliardi di euro nel 2024, 33,25 miliardi di euro dal 2025 al 2031 e 29,2 miliardi di euro dal 2032".

LEGGI REGIONALI DI SARDEGNA E LAZIO - Il Consiglio dei ministri ha impugnato due leggi regionali, una della Regione Sardegna l'altra del Lazio. Si tratta, viene riportato nella nota del Cdm, della legge della Regione Sardegna "n. 5 del 27/02/2020, recante 'Modifiche all’articolo 6 della legge regionale n. 23 del 1998 in materia di piani di abbattimento', in quanto una norma in materia di controllo venatorio invade la competenza legislativa riservata allo Stato dall’art. 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema". L'altra è la "legge della Regione Lazio n. 1 del 27/02/2020, recante 'Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione', in quanto alcune norme riguardanti gli strumenti urbanistici violano la potestà legislativa riservata allo Stato dall’art. 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione in materia di tutela del paesaggio.

Il Governo si riserva di valutare un’eventuale rinuncia all’impugnativa all’esito di un nuovo confronto tra le Amministrazioni coinvolte, finalizzato a superare le questioni oggetto di rilievo". (segue) Il governo ha invece deciso di non impugnare "la legge della Regione Campania n. 1 del 02/03/2020, recante 'Disposizioni in materia di cooperative di comunità'; la legge della Regione Sardegna n. 4 del 27/02/2020, recante 'Modifiche alla legge regionale n. 31 del 1998 in materia di area di contrattazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale'.

Il Consiglio dei ministri ha deliberato inoltre la rinuncia all’impugnativa della legge della Regione Emilia Romagna n. 5 del 3/6/2019, recante 'Disposizioni urgenti in materia di organizzazione”, nonché la rinuncia all’impugnativa della legge della Regione Veneto n. 15 del 16/5/2019, recante 'Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di affari istituzionali', in quanto le norme statali poste a base di tali impugnative sono state abrogate da una successiva legge dello Stato.

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