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Di Maio: "Sul Mes dobbiamo essere pragmatici"

25 aprile 2020 | 09.12
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Il ministro degli Esteri: "L’Europa dia i soldi subito e in tempi certi, l’Italia sta giocando la partita della vita"

Di Maio:

“Conte ha ragione, ora gli aspetti da considerare sono due: la quantità dei soldi e i tempi sul Recovery, il che significa che la partita è ancora aperta. Non facciamo l’errore di pensare di aver già vinto in Europa”. Lo dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un'intervista al quotidiano 'La Stampa', aggiungendo che sul Mes “bisogna essere pragmatici. Abbiamo da una parte, chi tifa contro l’Italia e io lo trovo sconcertante. Dall’altra abbiamo chi considera il Mes la salvezza nazionale. Non è vero neanche questo. Bisogna essere pragmatici. Questa - prosegue il titolare della Farnesina - è la partita della vita per noi. E non è ancora finita. Anzi, è appena iniziata”.

"Le previsioni sono negative per tutti i Paesi colpiti. Noi abbiamo un alto debito pubblico, ma l’obiettivo è uno: rimettere in moto il Paese. Il fallimento non è una opzione. Le nostre imprese devono ripartire, i lavoratori devono mantenere la loro occupazione, le famiglie devono vivere tranquille. - continua Di Maio - All’Europa abbiamo ricordato che ogni Paese è legato al destino dell’altro e che nessuno ha colpe per questa pandemia. Non siamo davanti alla crisi del 2008. L’Italia ha già pagato un prezzo altissimo con i suoi morti, sarebbe ingiusto aggiungere carichi ulteriori".

"Un finanziamento a fondo perduto non significa soldi regalati. - prosegue il titolare della Farnesina - Significa entrare in un circuito in cui le risorse finanziarie della Commissione vanno comunque restituite. Francia, Spagna e Portogallo sono sulla stessa posizione. Stiamo solo chiedendo una forma concreta di solidarietà. Qui si tratta di individuare un piano finanziario che permetta di non aumentare i divari tra Paesi e di fare ripartire tutti insieme il più rapidamente possibile. Se proprio vuole, è un regalo che l’Europa fa a se stessa".

"Conte ha ragione. Oggi -aggiunge Di Maio- gli aspetti fondamentali sono due: la quantità di soldi e i tempi dello stanziamento. Soprattutto i tempi, che devono essere certi. L’Italia non può aspettare. Così come non dobbiamo fare l’errore di pensare che siamo usciti dall’emergenza coronavirus, non dobbiamo pensare di aver già vinto in Europa".

Di Maio parla poi di Vittorio Colao Vittorio Colao, alla guida della task force per la fase 2 del coronavirus, "è un grande manager e un grande professionista, sta supportando il governo nella fase 2, quella più complicata", continua Di Maio che, alla domanda se potrebbe essere premier dopo l'estate, risponde: "Ecco, dopo Draghi ora si inizia con Colao, quale sarà il terzo nome che verrà usato solo per buttare giù Conte? In quale altro Paese del mondo colpito dalla pandemia il dibattito mediatico si sta concentrando sulla possibilità di un nuovo governo?".

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