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Fase 2, Speranza: "Primo passo il 4 maggio, epidemia ancora in corso"

28 aprile 2020 | 23.45
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(Fotogramma)
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"Stiamo facendo il primo passo, abbiamo scelto di ripartire dalla riaccensione del motore produttivo del paese. Abbiamo scelto di dare un primo messaggio anche sul lato della relazione tra le persone. E' un primo passo, il 4 maggio è una prima tappa fondamentale. L'indice del contagio tra un mese dipende dai nostri comportamenti". Sono le parole di Roberto Speranza, ministro della Salute, a DiMartedì.

"Si riparte la con il massimo di prudenza. Il governo ha il dovere di dire la verità, c'è sofferenza da parte di chi è a casa da settimane. Un governo serio ha l'obbligo di dire come stanno le cose, l'epidemia è ancora in corso. Bisogna tenere massimo il livello di attenzione, ma bisogna aprire una fase nuova perché la curva è stata piegata. L'indice R0 è sceso sotto la soglia più importante e si possono cominciare a fare alcune cose. Non è la fine dell'emergenza, non è il liberi tutti: l'epidemia è ancora lì e richiede il massimo di gradualità", dice Speranza.

"Abbiamo adottato misure durissime, nessuno di noi ha firmato ordinanze con leggerezza -aggiunge pensando alla prima fase dell'emergenza-. C'era bisogno di abbassare un indice di contagio altissimo, ora l'indice è sceso e possiamo ricominciare a guardare con fiducia ad una stagione diversa. Ma ci vuole prudenza, basta poco per tornare indietro. Alcuni paesi hanno aperto e poi sono stati costretti a richiudere. Dobbiamo fare passi con prudenza, se l'evoluzione sarà positiva saremo felici di aprire ancora di più".

"L'epidemia è ancora in corso, si sta ancora sviluppando -ribadisce il ministro-. Ci sono segnali che danno speranza, i ricoveri in terapia intensiva e la pressione sui pronto soccorso si riduce, ma non possiamo pensare che il nemico sia sconfitto definitivamente. Ci sarà bisogno di prudenza e gradualità per tornare alla vita di prima, non dobbiamo perdere il vantaggio accumulato in queste settimane".

"Le categorie più a rischio sono le rsa, le case di riposo, abbiamo percentuali ancora significative. Ci sono contagi all'interno delle famiglie, su questo dobbiamo lavorare con più insistenza. Dobbiamo tenere un profilo di grandissima attenzione sia sul piano del lavoro sanitario, sia sul piano dei comportamenti individuali".

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