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Fase 2, alla Camera scoppia il 'caso' Cunial

14 maggio 2020 | 17.24
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L'ex 5Stelle in Aula: "Scientismo dogmatico protetto dal nostro pluripresidente della Repubblica". Poi precisa: "Mi riferivo a Napolitano non a Mattarella". C'è chi parla di offesa e la invita a scusarsi e chi intravede il vilipendio

Fase 2, alla Camera scoppia il 'caso' Cunial

C'è chi parla di offesa e la invita pubblicamente a scusarsi e chi invece intravede gli estremi del reato di vilipendio al capo dello Stato. Nell'attesa che l'analisi del testo, richiesta dal Pd, fornisca qualche elemento di comprensione in più, è certo che l'intervento di Sara Cunial abbia messo a soqquadro le conclusioni del dibattito per la conversione del decreto Covid-19 alla Camera. Un intervento nel corso del quale l'ex deputata M5S ora al gruppo Misto, nota per le sue battaglie contro i vaccini e la tecnologia 5G, ha attaccato il presidente della Repubblica considerato, a suo dire, il protettore di uno "scientismo dogmatico che è la vera epidemia culturale del nostro Paese".

Nella sua critica perentoria contro la conversione in legge del decreto Covid e le sue conseguenze indotte, che a suo giudizio lasciano campo aperto agli interessi delle multinazionali del farmaco e a quelle fondazioni che operano in campo medico sanitario solo a fini di profitto, sfruttando l'emergenza epidemica, rivolgendosi ai deputati che già rumoreggiavano per i suoi strali, Cunial ha affermato: "Mentre voi stracciate il codice di Norimberga con Tso, multe, deportazioni, riconoscimenti facciali e intimidazioni, avallate dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro pluripresidente della Repubblica, che è la vera epidemia culturale di questo Paese, noi fuori, con i cittadini moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti".

Ma quale fosse il suo bersaglio, Cunial lo ha spiegato qualche ora dopo la conclusione della seduta, specificando di essersi riferita con la sua espressione 'pluripresidente' a Giorgio Napolitano eletto per due volte al Quirinale e non a Sergio Mattarella. "Forse ad alcuni colleghi - ha avvertito la deputata ex 5Stelle in un comunicato replicando a chi l'ha accusata di vilipendio al capo dello Stato - è sfuggito il fatto che non sia più in carica. Se no non si spiega né l’attacco nei miei confronti né l’atteggiamento ossequioso e ubbidiente che continuano ad avere nei suoi”.

Basterà la puntualizzazione a placare le richieste di un'istruttoria che sono arrivate da Fi, Pd e Iv? A decreto approvato, infatti, aveva chiesto la parola il vice presidente del gruppo di Fi, Simone Baldelli. "Forse ho sentito male - aveva dichiarato - ma ho ascoltato le parole inqualificabili della collega Cunial all'indirizzo del capo dello Stato. Forse ho sentito male, e se così fosse me ne scuso, ma se ho sentito bene, come credo, dovrebbe essere Cunial a doversi scusare. In questa assemblea non si può mancare di rispetto al capo dello Stato".

"Noi - aveva aggiunto Enrico Borghi a nome del Pd - chiediamo che venga assunta agli atti la sbobinatura del testo dell'intervento dell'onorevole Cunial, perché abbiamo inteso si sia riferita in maniera esplicita al presidente della Repubblica. Se così fosse chiediamo che la presidenza assuma iniziative di censura prevista dal nostro regolamento".

"Mentre la collega Cunial stava intervenendo - aveva affermato Camillo D'Alessandro (Iv) - io ho richiamato la sua attenzione perché si stava consumando un'offesa al presidente della Repubblica. Se ho capito bene il nostro presidente della Repubblica è stato paragonato a un virus e sappiamo bene cosa abbia prodotto il virus in Italia in questi mesi. Quindi lei sarebbe dovuto intervenire per richiamare l'onorevole Cunial al rispetto dei propri doveri istituzionali e al rispetto del capo dello Stato".

"Sul presumibile e da verificare vilipendio al capo dello Stato - aveva dichiarato il vice presidente di turno, Fabio Rampelli - stiamo cercando di capire se l'epiteto di virus fosse indirizzato al presidente del Consiglio e nel qual caso sarebbe sconveniente ma non tale da incorrere in un reato, o se indirizzato al capo dello Stato. In quest'ultimo caso opportuno che la Cunial si scusasse, perché si troverebbe nella fattispecie di reato di vilipendio al capo dello Stato, con tutte le conseguenze del caso".

"La presidenza si è comportata correttamente - aveva detto infine Giovanni Donzelli (Fdi) chiudendo il cerchio degli interventi - ma pur non condividendo le parole della Cunial, specialmente se nel caso abbia offeso il capo dello Stato, vorrei far presente che chi dovrebbe chiedere scusa è il M5S che la Cunial l'ha candidata e l'ha fatta eleggere. Bisogna dire a onor del vero che Cunial pensa e dice le stesse cose dal giorno in cui è stata eletta, mentre i 5Stelle, che in campagna elettorale dicevano le stesse cose che lei continua ad affermare oggi, stando al governo, hanno completamente rinnegato".

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