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Renzi: "Non cerco poltrone"

21 maggio 2020 | 09.04
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Il leader di Iv: "Su Bonafede ieri abbiamo dato lezione di garantismo ai giustizialisti"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Ieri al Senato, sulle due mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia, Iv ha dato un esempio di garantismo e tra l'avventura di una crisi di governo e la responsabilità di tenere fede a un patto di legislatura, non ci sono stati dubbi. Matteo Renzi, in un'intervista alla "Repubblica", spiega perché sono false le motivazioni di chi lo accusa di aver salvato Alfonso Bonafede solo per attaccamento alla poltrona. "L’ho chiamata vendetta, dovevo dire giustizia. È in nome della giustizia che, se avessi seguito solo il merito della questione, Alfonso Bonafede non sarebbe più Guardasigilli", afferma ripetendo le cose dette ieri a palazzo Madama.

"Le poltrone possono tenersele, a me interessa la politica - giura l’ex premier - io voglio sbloccare i cantieri, una politica industriale, un’iniezione di fiducia che consenta al Paese di ripartire. Noi condividevamo non solo la mozione di sfiducia di Emma Bonino, ma anche larga parte di quella del centrodestra. In più Bonafede è diventato ministro in nome del giustizialismo. Quattro anni fa diceva che un politico si deve dimettere anche solo se c’è un sospetto. Folle. Oggi il garantismo ha dato una lezione di stile ai giustizialisti. E poi c’è la politica. Una crisi oggi farebbe male al Paese".

"Conte - prosegue Renzi, spiegando perché, pur considerando fondate le tesi di inadeguatezza del Guardasigilli sostenute nelle due mozioni di sfiducia, Iv non le ha votate - ha scelto di metterci di fronte a un bivio e io per l’ennesima volta ho scelto di mettere da parte le mie esigenze personali per mettere davanti l’Italia. E anche stavolta, come ad agosto per mandare a casa Salvini, siamo stati decisivi".

"Se guardo all’interesse di Italia Viva - prosegue Renzi - avrei dovuto far cadere il governo. Ma se guardo all’interesse dell’Italia no, abbiamo fatto bene. E del resto io faccio politica, non seguo i sondaggi. I sondaggi ti dicono quanto sei simpatico, i dati Istat ti dicono quanto sei competente. Mai avuto dubbi su cosa sia meglio". Ma salvando Bonafede, Iv non ha firmato una cambiale in bianco sulla durata del governo. Davanti a "oltre 30mila morti, disoccupazione verso il 15%, debito/pil verso il 160% penso che sarebbe stato irresponsabile aprire una crisi al buio. Noi siamo gente seria, con la testa sulle spalle".

La certezza che il leader di Iv riafferma è che "adesso non si va a votare, lo sanno tutti" ma che "se si sciogliessero le Camere il compito del presidente della Repubblica sarebbe cercare una nuova maggioranza. In questo Parlamento la maggioranza si forma in un quarto d’ora. Ma non mi interessa arrivare lì. Quello che mi interessa è un lavoro serio, radicato, per affrontare i problemi. A me stanno a cuore gli italiani, non i litigi".

Il governo andrà avanti a condizione che si faccia con un rimpasto? "Assolutamente no. Non me ne frega nulla dei posti di sottogoverno - ribatte il leader di Iv - mi interessano i cantieri, la politica industriale di questo Paese. Dopo di che devono capire che senza Italia Viva non c’è maggioranza".

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