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Salvini: "Vergognosa convocazione Fontana in Procura"

29 maggio 2020 | 11.05
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Il leghista: "Lasciano lavorare Conte, lasciassero lavorare anche gli altri". E sul 'caos Procure': "A Mattarella non chiedo nulla, mi fido di lui"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

"Il decreto riaperture deve essere partorito da Regione Lombardia oggi e riguarda decine di migliaia di aziende e di posti di lavoro: palestre, piscine, centri estivi per i bimbi dai tre ai quindici anni. Da cittadino lombardo preferirei che il mio governatore Fontana fosse in ufficio ad occuparsi di bambini, di famiglie e non andare a ripetere per la trentasettesima volta le stese cose in Procura a Bergamo. E' vergognoso che venga convocato, potranno chiedergliele con calma dopo". Lo ha affermato il segretario della Lega, Matteo Salvini, ospite di Rainews 24. "Risulta - attacca il leader della Lega - che sia convocato in qualche Procura il presidente del Consiglio, viso che la sicurezza nazionale e la zona rossa dipendeva e dipende ovviamente dal governo nazionale? No, giustamente dico io. Lasciano lavorare lui, lasciassero lavorare gli altri".

"Prima si riparte in sicurezza tutti quanti - dice quindi Salvini a proposito delle ripartenze in Fase 2 - meglio è, già da lunedì o dal 3 giugno se vogliamo far passare il ponte del 2 giugno. Qua si rischia una seconda strage, probabilmente numericamente anche più grave, che è quella sociale ed economica. Visto che i dati sono positivi io penso che,in sicurezza, prima si riparte meglio". "Poi - ha aggiunto - se ci sono intere Regioni senza morti, feriti e contagiati da giorni e giorni possono fare cose anche più avanzate. Però ritengo che nessuno possa o debba essere lasciato indietro". Sull'eventualità di un cosiddetto passaporto sanitario "è giusto che ognuno difenda la salute e la vita della sua popolazione. Però penso che sia importante far capire che l'Italia è un Paese amico, aperto ed ospitale per i turisti innanzi tutto italiani e poi di tutto il mondo, a partire dai prossimi giorni". "Quindi -ha ribadito- se qualcuno vuole una cautela in più è suo diritto farlo, però penso che l'importante sia dire che l'Italia è tornata un Paese ospitale, sicuro, il più bello di tutto il mondo, dove passare qualche giorno di serenità questa estate".

Per quanto riguarda il 'caos Procure' e le intercettazioni, Salvini spiega: "Non sono un complottista, non credo che la Terra sia piatta, non credo alle scie chimiche. Leggo che ci sono magistrati che nelle loro chat, nelle loro telefonate, nelle loro conversazioni, ridendo e scherzando, quando ero ministro si dicevano 'Salvini è una merda, Salvini ha ragione però va fermato, Salvini rispetta la legge però va attaccato', con compiacimento reciproco. Magistrati di altissimo livello. Mi domando se è normale, perché quello che hanno detto nei confronti miei e di altri parlamentari della Lega non è normale, come non sarebbe normale se venisse detto nei confronti di Conte, Renzi, Di Maio e Zingaretti". "Mi domando -ha aggiunto- cosa si aspetta ad intervenire, ad azzerare un Consiglio superiore della magistratura che evidentemente non è nato sotto una buona stella. Quando uno entra in aula di Tribunale, non per politica ma per un divorzio, per una causa di lavoro, per un fallimento dell'azienda, per un risarcimento danni, per un incidente stradale, legge 'la legge è uguale per tutti'. Quando poi ti rendi conto che per qualcuno conta più la simpatia politica rispetto alla legge, non funziona, anche perchè il 99 per cento della magistratura è composto da gente sana, libera, senza pregiudizi ideologici".

E ancora: "Ho tale e tanta stima nei confronti del Presidente della Repubblica che non mi permetto di chiedere o suggerire nulla. Mi sembra che sia sotto i suoi occhi, sotto gli occhi di sessanta milioni di italiani che un conto è l'indipendenza della magistratura, che è sacra e inviolabile, un conto è amministrare per motivi politici o partitici l'esercizio della giustizia. Quindi non chiedo a nessuno di intervenire, conto che ognuno stia maturando la convinzione su cosa fare, come farlo, perché ne va dell'immagine del'intero comparto giustizia italiano".

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