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Bonaccini: "Su riapertura qualche rischio va preso"

01 giugno 2020 | 10.15
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"La curva è al ribasso, perfino in Lombardia. Ma pronti a operare delle restrizioni se situazione cambia"

(Fotogramma)
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"Io non ho fatto pressioni per riaprire, o ci fidiamo delle valutazioni del Comitato tecnico scientifico e del ministro della Salute o cambiamo mestiere. Io non sono un epidemiologo o un virologo. La differenza non la fanno 3, 4 giorni in meno. Se ci avessero detto di aspettarli lo avremo fatto". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini a Ombinus su La7 in merito alla gestione delle riaperture nella Fase 2 dell'emergenza coronavirus. "I numeri – prosegue – dicono che la curva è al ribasso, perfino in Lombardia. Soprattutto per quanto riguarda gli accessi in pronto soccorso di contagiati, che sono i dati che contano. Qualche quota di rischio va presa sennò non riapriremo mai, ma bisogna mandare tutti i dati a Roma ogni giorno e analizzare la situazione, tenendosi pronti a operare delle restrizioni se la curva dei contagi cambia".

"Mi pare che dopo il 4 maggio – sottolinea Bonaccini -, quando tornarono al lavoro 5 milioni di persone, la curva ha continuato a scendere, dopo la riapertura del 18 maggio, proprio in questi giorni, si può fare una valutazione e si prova a ripartire. Dobbiamo fare di tutto per invitare le persone ad avere comportamenti responsabili". Riguardo il coordinamento nazionale sulla raccolta dei dati, Bonaccini commenta: "C'era stata qualche difficoltà solo all'inizio e non mi pare che in Europa sia stato messo in campo lo stesso livello di monitoraggio che in Italia".

Rispondendo a una domanda sul botta e risposta sulla Fase 2 e le misure per le imprese, tra il presidente di Confidustria, Carlo Bonomi e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, Bonaccini ha poi detto: "Il Governo deve pensare a tutto il Paese, perciò anche al Mezzogiorno, ma il nord, che produce circa la metà del Pil italiano, ha bisogno di risposte veloci e dunque urgenti". "Bisogna aiutare il Governo a fare le scelte migliori - ha sottolineato -. Le contrapposizioni non servono a nulla".

"La fase dell'emergenza è stata più facile da far accettare ai cittadini, la fase 2 e la recessione è più complicato - ha spiegato -, noi, in Emilia-Romagna, definita spesso 'locomotiva d'Italia' per la crescita dell'economia, abbiamo fatto un Patto per il lavoro con sindacati e anche Confindustria e a breve ne faremo un altro". "C'è bisogno, però - sottolinea -, da parte del Governo di un piano di investimenti pubblici. Deve sbloccare, ad esempio, le concessioni autostradali, abbiamo 3-4 miliardi di euro di opere pronte dei cantieri, legate alle concessioni".

Infine, commentando la posizione della Grecia nei confronti dell'Italia sulla riapertura delle frontiere ha affermato: "Discutere di vacanze non è una banalità, se guardiamo al contributo del turismo all'economia. In Emilia-Romagna l'economia è legata al turismo, basti pensare alla Romagna". Non far fare le vacanze in Grecia agli italiani "è un'occasione persa per i greci". "I greci, fra l'altro – aggiunge -, hanno fatto un doppio salto mortale carpiato all'indietro, prima hanno detto che nessun italiano poteva andare in Grecia, poi hanno limitato a poche regioni tra cui la mia. Io dico: facciano quel che vogliono" e dico loro anche "venite in Emilia-Romagna in vacanza, ci sarà più turismo qui che in Grecia".

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