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Muccino: "Salvini oltre il limite, pensa solo a sé, smetta di chiamarci Amici"

11 giugno 2020 | 12.35
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Il regista all'Adnkronos: "E dopo quattro mesi non ha ancora capito nulla della trasmissione del virus, come Gallera che non aveva capito nulla sull’indice di contagio"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

di Veronica Marino

"Salvini parla a nome degli italiani. Non parla certamente a nome mio e di altri milioni di cittadini come me che si mettono le mani nei capelli ogni volta che apre bocca. Chi chiama Amici? Non siamo una squadra di calcetto, Salvini. Lui pensa solo ai propri interessi e lo dimostra ad ogni occasione possibile immaginabile e anche inimmaginabile. Non siamo dunque suoi Amici". A parlare all'indomani del tweet di Salvini che posta una vecchia pubblicità della Barilla, definendo 'Amici' gli italiani, è il regista Gabriele Muccino che non ha mancato di replicare a quel cinguettio ma che ora snocciola all'Adnkronos le ragioni del suo affondo.

"Siamo cittadini che pagano le tasse e non le rateizzano in 80 anni - tuona il regista - La strumentalizzazione dei luoghi comuni più banali e logori (ieri la nutella, oggi la Barilla), la sua confusa disperazione nel trovare ancora consenso, tentandole tutte e non indovinandone nessuna, ha passato il limite – dice Muccino - Non sa più cosa tentare per tornare dove si trovava il giorno del Papete. Ha aizzato gli italiani contro i migranti, mandato bacioni a Lucano, Saviano, tutti i pensatori liberi e i cittadini che non la pensavano come lui...ha cercato di soffocare la libera espressione".

"Un giorno è arrivato un virus che la regione dai suoi uomini governata non si era affatto preparata a fronteggiare. Eppure - sottolinea Muccino - era un’epidemia chiaramente imminente. Siamo stati ad ascoltare Gallera e Fontana mentre umiliavano tutti i Lombardi con la loro impreparazione e pressappochismo causando enormi danni collaterali come la gestione delle Rsa, la carenza di personale, di mascherine, di guanti e infine l’apertura di un ospedale costosissimo e rimasto vuoto. Ciliegina sulla torta, scopriamo da Floris, che dopo quattro mesi di pandemia, che ha davvero messo in ginocchio gli italiani, altro che quei poveri disperati che fuggivano da guerre e torture e ha lasciato in mare, non ha ancora capito nulla della trasmissione del virus. Un po’ come Gallera che non aveva capito nulla sull’indice di contagio".

"Non si può più ascoltare un senatore leader di uno dei maggiori partiti - evidenzia Muccino - che dopo quattro mesi di emergenza nazionale, perdita ingente di posti di lavoro, caduta del Pil, liste di attesa infinite di malati che hanno dovuto rimandare operazioni urgenti per la congestione di tutto il sistema sanitario del Nord, va in Tv e palesa tutta la sua superficialità e ignoranza su quanto sia accaduto in Italia negli ultimi mesi in totale spregio degli infermieri e medici che hanno fatto miracoli per salvare più vite possibili nonostante i tagli ingenti alla Sanità. La misura direi che è colma", conclude senza mezzi termini.

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