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Di Pietro: "Ora M5S sembra vecchia Dc"

18 giugno 2020 | 14.08
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L'ex leader di Idv: "Se vuole sopravvivere deve tornare alle origini". E sottolinea: "Solo Di Battista può smuovere coscienze"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

“Io capo politico del M5S? Non c’azzecco niente. Ognuno ha il suo tempo e deve avere rispetto del tempo che passa. Il M5s è un movimento che se vuol sopravvivere deve tornare alle origini. Così com’è adesso sembra una Dc, con un parroco di provincia che lo sta amministrando, don Giuseppe (Conte, ndr) che ogni giorno ci propina la sua predica che potremmo andare a sentire la domenica alla messa cantata. C’è bisogno di un ritorno alle origini e sotto questo aspetto l’unico che può smuovere le coscienze è Di Battista, l’unico capace di parlare a quel popolo". Lo ha detto Antonio Di Pietro, ospite di “Res Publica” su Radio Cusano Tv Italia.

"Dei progetti politici di Di Battista non condivido molto. Non condivido - ha continuato l'ex leader di Idv - tutti i suoi no, no-Tap, no-Tav, no alle opere pubbliche, però è colui che rappresenta quella parte del popolo italiano che la pensa così e soprattutto che dice e fa quello che pensa. Congresso, Stati generali, assemblea costituente li abbiamo visti in tutti i partiti, se il M5s vuole diventare come tutti gli altri partiti andrà a scomparire. Ci vuole una persona che faccia da punto di riferimento all’elettorato vero, non a quelli che stanno in Parlamento.

"Quelli che sono stati eletti - ha proseguito Di Pietro - si sono adattati, sono scesi a compromessi come la sinistra democristiana, guidati da don Giuseppe. Quando è nato il M5s io e Grillo interagivamo costantemente con Gianroberto Casaleggio, che era colui che gestiva la comunicazione dell’Italia dei valori e del M5s. In quegli anni ho conosciuto tutta la realtà che girava intorno allo spontaneismo del M5s".

"Italia dei valori e M5s sono delle realtà simili, io - ha detto ancora l'ex presidente dell'Idv - considero i 5 Stelle dei miei figlioli. Quando io sono entrato nelle istituzioni ho avuto anche io la necessità di costruire una classe dirigente all’interno della quale ho trovato tante brave persone, ma anche tante altre persone che hanno cambiato casacca mille volte pur di farsi i razzi propri. Considero Grillo mio fratello sul piano politico. Ritengo che Grillo abbia fatto una scelta di campo: mantenere lo status quo perché sa che l’alternativa sarebbe quella di affidare il governo alla coalizione di centrodestra".

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