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Caos procure, Ermini: "Esame su ogni atto, chat e intercettazione"

22 giugno 2020 | 09.24
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"Tutti gli organi che hanno delle loro specifiche competenze stanno esaminando atto per atto, chat per chat, intercettazione per intercettazione, tutto quello che è accaduto". Lo ha detto David Ermini, vicepresidente del Csm, ai microfoni de ‘Il mattino di Radio 1' riguardo al caso dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara.

"Abbiamo, a parte la vicenda penale che è in capo alla procura di Perugia, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione che ha istituito un gruppo di lavoro per esaminare tutti gli atti e verificare se ci siano illeciti disciplinari su tanti magistrati che compaiono sulle intercettazioni, negli atti e nelle chat - continua Ermini - In più, dentro il Csm, la prima Commissione del Consiglio sta esaminando se ci siano questioni che possano creare situazioni di incompatibilità ambientale o professionale per i vari consiglieri che compaiono nelle chat e nelle intercettazioni per eventualmente disporre anche dei trasferimenti".

Secondo Ermini "ci sono state diverse riforme la più importante fu quella che nacque tra il 2006 e il 2008 dove si tolsero i paletti fissi sulle nomine e venne data ampia discrezionalità al Csm. Venne bocciato Falcone dicendo che c’era chi era più anziano di lui e, per evitare un nuovo caso Falcone, si dette la possibilità al Consiglio di scegliere sul merito. Ma la scelta sul merito è stata un fallimento perché spesso si è preferito scegliere sulla base dell’appartenenza, quindi la discrezionalità è stata usata male perché non si è mai reciso quel cordone ombelicale tra la correnti, tra quelle che sono la struttura dell’associazione nazionale che è il sindacato, e il Consiglio Superiore".

"Una volta che le correnti, che anche i gruppi parlamentari che indicano i non togati all’interno del Consiglio, hanno scelto i loro rappresentanti, devono recidere quel cordone e quindi i consiglieri devono assolutamente liberi e non vincolati da nessun tipo di rapporto - ha continuato - Bisogna tutelare in tutti modi coloro che non appartengono alle correnti o che non fanno vita associativa perché non è giusto che solo chi appartiene alle correnti abbia la possibilità di avere dei successi personali".

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