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Lega attacca Garante detenuti: "Quanto guadagna e chi lo ha eletto?"

26 giugno 2020 | 15.49
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Mauro Palma ha chiesto stamane al governo di mantenere l'impegno a cambiare i decreti sicurezza. Dura reazione di Salvini: "Garante delinquenti è contro? Allora ho fatto un buon lavoro"

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"Il Garante dei detenuti dice che le dichiarazioni di Salvini non meritano commento. A dire la verità, Mauro Palma ha difficoltà a rispondere alla Lega da quando gli chiedemmo lumi sullo stipendio, peraltro senza ottenere risposta. C’è chi è pagato per preoccuparsi di clandestini e delinquenti, e chi preferisce tutelare Forze dell’Ordine e cittadini perbene. Questione di gusti". Lo dicono i parlamentari leghisti Nicola Molteni e Stefano Candiani, sottosegretario all’Interno col ministro Salvini, dopo la richiesta al governo da parte del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute a mantenere "l’impegno di cambiare i decreti sicurezza. Non solo per il loro contenuto specifico, ma perché sono indicatori di culture che fanno in qualche modo individuare il migrante come nemico da osteggiare". Mauro Palma, a margine della presentazione della sua relazione al Parlamento, parlando dei Cpr, ha sottolineato infatti come siano un "prodotto di una certa cultura che appunto i decreti sicurezza hanno acuito". Le condizioni di alloggiamento lì "spesso sono peggiori di quelle del carcere", soprattutto in relazione ai tempi di permanenza che possono arrivare fino a sei mesi. "Stare sei mesi in un luogo dove non c’è niente è impossibile, scatena solo l’aggressività", ha evidenziato Palma. Nei Cpr, in sintesi, "i numeri sono bassi ma c’è una situazione deprecabile sul piano delle condizioni".

Durissima la reazione di Salvini: "Il Garante dei Delinquenti contro i Decreti Sicurezza? È la conferma - aveva commentato il leader leghista - che sono decreti fatti bene, e che ad avere bisogno di un 'garante' non sono detenuti e spacciatori, ma gli agenti della Polizia Penitenziaria troppo spesso aggrediti, minacciati e perfino denunciati". E ancora: "Io sono stato scelto dagli italiani, il 'garante dei delinquenti' da chi è stato eletto?".

Alle parole del leghista reagisce l'associazione Antigone, attraverso il presidente Patrizio Gonnella: "La relazione presentata oggi dal Garante nazionale delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, in occasione della giornata internazionale per le vittime di tortura, è di grande significato giuridico, costituzionale, sociale, ma anche simbolico. Essa ripercorre in modo assolutamente fedele un anno di vicende che hanno riguardato i luoghi di privazione della libertà e concordiamo totalmente sui contenuti della relazione stessa".

"Gli attacchi scomposti e volgari dell'ex ministro degli interni Matteo Salvini, che ha definito l'Npm italiano come 'garante dei delinquenti', costituiscono un emblema di quella che è la sua cultura e il suo rispetto per le istituzioni, anche le più alte arrivando la nomina del Garante su decreto del Presidente della Repubblica, la sua conoscenza del diritto internazionale e del diritto interno, ma anche il rispetto per la legalità costituzionale" sottolinea ancora Gonnella.

"Dire che è importante oggi avere un garante della polizia penitenziaria e non un meccanismo nazionale di prevenzione della tortura significa non sapere cosa è stata la tortura nella storia, anche recentissima, del nostro paese e di come questo sia un rischio sempre incombente su cui occorre vigilare. Di fronte al populismo di chi fa affermazioni di questo genere ricordiamo che non c'è bisogno di un garante della polizia penitenziaria. Per direttori, educatori e agenti c'è bisogno invece di lavorare in serenità, di gratificazione sociale ed economica, di rispetto per le loro mansioni. Mansioni che sono quelle definite dalla Costituzione" conclude il presidente di Antigone.

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