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Conte blinda asse con Sanchez, pressing per recovery fund subito

08 luglio 2020 | 20.58
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Dopo Lisbona e Madrid il premier continua il tour europeo, prossime tappe L'Aja, Berlino e Parigi

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Prima Lisbona, poi Madrid. Parte dal Sud la 'fase 3' della mission internazionale di Giuseppe Conte per svegliare l'Europa, ricordando che bisogna far presto, prestissimo, per risollevare le sorti di un sistema messo a dura prova, sfiancato dall'emergenza Covid-19.

In conferenza stampa congiunta con il presidente spagnolo Pedro Sanchez - mentre in Italia scoppia la grana Autostrade - Conte ha ribadito: "Non possiamo permetterci di rinviare, la tempestività è un fattore chiave", perciò "l'impegno per un accordo sul recovery fund" va chiuso "entro luglio", ne va del "futuro del mercato unico".

Il presidente del Consiglio italiano nega che ci sia un fronte del Sud unito contro i cosiddetti Paesi frugali. Ma la compattezza e la sintonia con Sanchez oggi e con il portoghese Antònio Costa ieri sembra raccontare una storia diversa.

Intanto, parlando nella plenaria del Parlamento Europeo, la cancelliera tedesca Angela Merkel si è rivolta ai "milioni di persone che hanno perso il loro posto di lavoro", preoccupate "per la salute propria e dei loro cari. Molti cittadini temono anche per il proprio tenore di vita. Hanno bisogno del nostro sostegno comune e condiviso". Parole che rinfrancano chi - Conte e Sanchez in testa - spera che l'intesa tagli il traguardo il prima possibile.

Con questo obiettivo, il premier il 10 luglio sarà a L'Aja, il 13 a Berlino dalla Cancelliera, e il 16 a Parigi, per vedere Emmanuel Macron, proprio alla vigilia del Consiglio europeo straordinario di Bruxelles. Una vera e propria offensiva per chiudere il Next Generation Eu in tempi brevi e condizioni vantaggiose.

Intanto, con Sanchez, prende tempo sul ricorso a Mes, che in Italia continua a far discutere e a far tremare la maggioranza. Sul fondo Salva Stati la "mia posizione non cambia, non credo che sia corretto dire ora lo prendiamo o no. Lo dicevamo anche con Sanchez, c'è un ventaglio di strumenti non ancora attivo, ci sono ancora passaggi procedurali" affinché vengano "resi disponibili. Ora sarebbe ideologico dire 'lo prendo, non lo prendo'".

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