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Aspi, Faraone: "Conte non diventi Di Battista della situazione"

14 luglio 2020 | 09.32
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“Continuiamo ad avere una posizione impopolare su questo punto, ma confondere il piano giudiziario con l’impostazione di sfasciare totalmente una società, di rischiare di mettere fuori centinaia di migliaia di lavoratori, di disperdere un patrimonio nazionale io credo che sia spericolato. Dobbiamo riuscire a trovare un equilibrio tra la legittima esigenza manifestata dai familiari delle vittime, e il non sfasciare un patrimonio nazionale". Così Davide Faraone, capogruppo di Italia viva al Senato, ospite della trasmissione 'L’Italia s’è desta' su Radio Cusano Campus sul caso autostrade.

Secondo Faraone, "ci sono tante vie percorribili, una l’ha proposta Renzi con l’intervento di Cdp su Atlantia. Questo non è un tema da campagna elettorale, ma di governo e qui si misura il grado di credibilità del governo. Sta lì la differenza tra chi è populista, demagogo, che va dietro al sentimento del primo minuto, e chi deve gestire un Paese in situazione di grave crisi economica. Se noi ci imbattessimo in una causa per punire una società, e dovessimo perderla, paradossalmente l’andremmo a premiare, pagandola con i soldi dei contribuenti. Non è che per perseguire coloro che guidano quella società possiamo far pagare tutti".

"Credo che il premier Conte non possa diventare il Di Battista della situazione. Leggere dichiarazioni di Conte alla Di Battista mi fa male, perché Conte è il mio presidente del Consiglio e Di Battista è una persona che io reputo lontano anni luce da me. Il piano etico-morale va certamente preso in considerazione, altrimenti non staremmo qui a discutere. Qui nessuno sta proponendo lo status quo, noi proponiamo un cambiamento rispetto alle concessioni che sono state molto generose. Dopodiché - conclude Faraone - bisogna trovare il giusto equilibrio. Non è compito della politica perseguire i colpevoli, ma della magistratura".

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