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Coronavirus, misure prorogate al 31 luglio

14 luglio 2020 | 16.33
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Il ministro della Salute Speranza nella comunicazione in Aula al Senato: "Il governo intende emanare un nuovo decreto". E sottolinea: "Partita non è vinta". Resterà l'obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi e il divieto di assembramenti. Sanzioni penali per chi viola l'obbligo di quarantena e divieto di ingresso o quarantena per chi arriva da Paesi extra Eu. Controlli più stringenti su aeroporti, porti e luoghi di confine

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Il Governo intende emanare un nuovo decreto che proroga fino al 31 luglio le misure", in scadenza, per il contenimento di Covid-19. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella comunicazione in Aula al Senato, illustrando il contenuto del nuovo Dpcm.

ECCO LE MISURE PROROGATE AL 31 LUGLIO

Le principali misure prorogate al 31 luglio, elencate da Speranza, sono obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi, obbligo di rispettare i protocolli di sicurezza definiti per la riapertura dei luoghi di lavoro; divieto di assembramenti; sanzioni penali per chi viola l'obbligo di quarantena; divieto di ingresso o quarantena per chi arriva da Paesi extra Eu e controlli più stringenti su aeroporti, porti e luoghi di confine.

"Questa ultima misura che ho adottato con mia ordinanza - prosegue il ministro - è direttamente correlata alla grave situazione di contagio in un numero crescente di aree nel mondo. La scelta è chiara. Non possiamo vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi ed è per questo che abbiamo scelto, ancora una volta, la linea della massima prudenza", sottolinea.

"La prima valutazione che dunque offro all’aula è un preciso richiamo a non sottovalutare prima di tutto una situazione internazionale molto preoccupante - sottolinea il ministro - perché la circolazione del virus nel mondo accelera e non perde potenza".

"La ricerca della massima convergenza nella gestione di questa difficile emergenza sanitaria non è una 'concessione' che il governo regala alle opposizioni né uno 'sconto' che le minoranze fanno alla attuale maggioranza parlamentare", precisa Speranza sottolineando che questa è "la via maestra per portare il Paese definitivamente fuori dalla tempesta. E' la via della responsabilità. L’unica, a mio avviso, seriamente percorribile nell’interesso prioritario e prevalente del nostro Paese".

"Particolare attenzione è rivolta, in queste ore, agli sbarchi sulle nostre coste con rigorosi controlli sanitari ed obbligo di quarantena per tutti coloro che arrivano. Nessuna sottovalutazione può essere ammessa", ha aggiunto.

Il coronavirus è "un virus subdolo che spesso colpisce mimetizzandosi. Abbiamo infatti imparato a nostre spese che il Covid ci attacca, moltiplicando i contagiati, non solo attraverso soggetti sintomatici, ma sempre di più per mezzo di pazienti asintomatici", ha ricordato il ministro evidenziando: "Ricordo questi numeri non per alimentare paure irrazionali che non avrebbero alcun senso ma per non smarrire la razionale consapevolezza che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare i rischi che ancora corriamo. La partita non è ancora vinta, è ancora in corso".

"Sulla urgente necessità di coordinare e controllare con misure comuni le frontiere europee nei giorni scorsi ho scritto una lettera al commissario Ue alla Salute e alla sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, e al ministro della Salute tedesco, Presidente di turno, Jens Spahn. Nella lettera ho insistito sulla inderogabile esigenza di definire 'nuove rigorose misure cautelative per gli arrivi da aree extra Schengen ed extra Ue'", ha riferito Speranza nella comunicazione in Aula alla Camera.

Speranza ha richiesto a "Commissione e presidenza di 'promuovere un maggiore coordinamento tra gli Stati membri e garantire, così, una maggiore efficacia alla realizzazione dell’obiettivo di contenere la diffusione di contagi causati da focolai di origine esterna'". Per il ministro, "ogni misura di divieto di ingresso in Italia e di limitazione della libera circolazione dei voli è una decisione che assumiamo con dolore. Ma sono scelte necessarie".

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