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Coronavirus, De Luca: "Lanciafiamme era una metafora"

29 luglio 2020 | 20.08
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Il governatore campano aveva detto: "Feste di laurea? Mandiamo i lanciafiamme"

Foto Fotogramma
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"Ai ragazzi e alle ragazze vorrei dire cose semplici, farmi capire. Quello del lanciafiamme era una metafora, non vi spaventate". Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del suo intervento all'inaugurazione del Polo Giovani di Avellino, tornando sulla minaccia dei "Carabinieri con il lanciafiamme" da lui utilizzata in una diretta Facebook durante il lockdown. Il lanciafiamme, ha spiegato De Luca, "era una metafora che ho usato quando mi avevano raccontato che nel pieno dell'epidemia c'erano ragazzi che volevano fare feste di laurea a ogni costo, e dopo aver avvertito parecchie persone continuavo a registrare genitori che organizzavano le feste di laurea con 200 ragazzi. Ho detto basta".

Rivolgendosi a monsignor Arturo Aiello, vescovo di Avellino, De Luca ha aggiunto: "Ovviamente abbiamo ruoli diversi, un vescovo deve rincorrere anche l'ultimo, chi ha responsabilità di governo deve garantire l'ordine, non c'è niente da fare. altrimenti tradisce la sua missione e le sue responsabilità. Questo serve anche a salvare la vita di tante persone: a volte prendere decisioni non è facile, si creano problemi, ma o decidi o sei perduto, e con te è perduta la comunità che devi tutelare. Per carità si può sbagliare, si può eccedere, ma bisogna decidere e assumersi la responsabilità a testa alta".

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